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Sciopero per Gaza, a Firenze il corteo dell’Usb protesta davanti a Coverciano: “Annullate la partita contro Israele”

Il corteo ha attaccato la Fifa: "Perché non ha estromesso uno stato criminale dalle competizioni internazionali dopo due anni di genocidio?". Poi la promessa: "Se verrà disputata, saremo tutti a Udine il 14 ottobre"
Sciopero per Gaza, a Firenze il corteo dell’Usb protesta davanti a Coverciano: “Annullate la partita contro Israele”
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“Ma come è possibile continuare a far giocare a Israele, che è uno stato criminale, questa partita di calcio, dopo due anni di genocidio?“: è la domanda che si ponevano i manifestanti fiorentini, arrivati in corteo davanti al centro tecnico della Figc a Coverciano, per chiedere che la partita di qualificazione ai Mondiali Italia – Israele, in programma il 14 ottobre a Udine, non venga giocata.

Durante lo sciopero generale di venerdì, indetto per protestare contro l’abbordaggio israeliano in acque internazionali della Flotilla umanitaria che stava cercando di portare aiuti a Gaza, una parte del corteo del sindacato Usb ha raggiunto il centro sportivo della nazionale. Nonostante il percorso ufficiale prevedesse la conclusione nel quartiere di Campo di Marte, diversi manifestanti hanno deciso di proseguire a marciare ancora per qualche chilometro, fino alla struttura dove si allenano i calciatori azzurri. Lì hanno chiesto con forza che la partita non venga disputata.

I manifestanti hanno puntato il dito contro la Fifa, colpevole a loro avviso di non aver escluso Israele dalle competizioni internazionali: “Se non torneranno indietro, saremo tutti a Udine, perché quella partita non si deve giocare”, hanno dichiarato le persone in piazza. Il corteo si è concluso con l’esibizione della banda di strada “Fiati Sprecati”, che ha accompagnato i cori e le bandiere della solidarietà con la Palestina.

Nella gara di andata, lo scorso 8 settembre, un parte dei tifosi italiani presenti allo stadio – poche centinaia in tutto, su circa 2mila spettatori – ha voltato le spalle al campo e alla bandiera di Tel Aviv durante l’inno israeliano. Alla vigilia della stessa partita, il commissario tecnico Gennaro Gattuso si era tenuto lontano dalla polemica: “Sono un uomo di pace, ma l’incontro lo dobbiamo giocare”, aveva dichiarato l’allenatore, lavandosene le mani.

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