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Global Sumud Flotilla: GRAZIE! Il mare non dimentica

È il gesto più radicale e più semplice: non chinarsi. E questo rende questi attivisti pericolosi: perché svelano l’inganno
Global Sumud Flotilla: GRAZIE! Il mare non dimentica
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di Paolo Gallo

Non sono barche che sono state fermate in mare. È la verità, ancora una volta, ad essere stata sequestrata. L’esercito israeliano ha abbordato la Global Sumud Flotilla con la stessa meccanica ferrea con cui da mesi strangola un popolo intero: la logica della forza che si sostituisce alla ragione, la convinzione che tutto sia lecito quando si gode della protezione dei potenti e del silenzio dei complici.

Gli attivisti e le attiviste non hanno perso. Non potevano perdere: chi mette la propria vita a disposizione della giustizia non è mai sconfitto. Ma i governi sì, e miseramente. L’Italia per prima, che si è piegata all’arte consumata dell’ambiguità: un gesto di facciata, una fregata a “garantire”, subito ritirata di fronte all’inevitabile, come se la neutralità fosse un merito. È la stessa ipocrisia che attraversa l’Europa: si celebra il diritto internazionale nei salotti, ma lo si calpesta ogni volta che chi lo vìola è un alleato strategico.

Il punto non è più soltanto Gaza. È la nostra idea di umanità. Un continente che tollera la morte per fame di bambini in diretta, un Paese che accetta la narrazione rovesciata, dove il soccorso diventa provocazione e l’oppressione diventa difesa, abdicano non solo alla politica, ma al senso stesso della civiltà. Non è un problema di geopolitica: è un problema di dignità.

Gli attivisti della Flotilla hanno scelto di esporsi alla forza cieca per ricordarci che la verità non si può soffocare per sempre. Hanno incarnato la resistenza che non passa dalle armi ma dall’essere umano che dice no. È il gesto più radicale e più semplice: non chinarsi. E questo li rende pericolosi: perché svelano l’inganno. Perché mostrano che chi governa oggi in Europa non è neutrale, ma complice.

La storia giudicherà. Non gli attivisti, che già oggi sono esempio, ma i governi, i parlamenti, i ministri che hanno preferito il silenzio alla giustizia. Saranno ricordati come lo sono i regimi che voltavano lo sguardo davanti all’inenarrabile: come coloro che hanno scelto il calcolo al posto dell’umano.

Il mare non dimentica. Quelle mani alzate resteranno come un atto di accusa eterno contro chi, potendo difendere la vita, ha scelto di proteggere la menzogna.

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