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Ultimo aggiornamento: 9:19 del 29 Settembre

Nordio contestato al congresso degli avvocati: la platea rumoreggia alle frasi su carceri e rave

Il ministro ha fatto innervosire un uditorio a lui favorevole in ben due passaggi del suo discorso: la moderatrice costretta a intervenire
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Il ministro della Giustizia Carlo Nordio contestato dalla platea. Non succede a un raduno di magistrati o di politici di opposizione, ma al congresso di Catania dell’Unione delle Camere penali, il “sindacato” degli avvocati penalisti che – almeno in teoria – dovrebbe idolatrare il Guardasigilli per aver quasi realizzato la storica battaglia per la separazione delle carriere. Eppure Nordio riesce a far innervosire l’uditorio in ben due passaggi del suo discorso in collegamento. Nel primo ripete la sua teoria sull’assenza di correlazione tra il sovraffollamento carcerario e i suicidi: “Secondo noi non c’è una relazione tra il sovraffollamento e il fenomeno dei suicidi, caso mai il sovraffollamento favorisce l’aggressività, quello che favorisce il suicidio è la solitudine, è la disperazione”. Qui partono i primi “buu”, fermati dal presidente delle Camere penali Francesco Petrelli con un gesto del braccio.

Il ministro però insiste e ripropone un’altra delle sue singolari convinzioni: quella secondo cui l’ormai leggendario “reato di rave“, introdotto dal governo nel suo primo decreto legge, ha fatto finire i raduni a base di musica e droghe, contribuendo così anche a svuotare le carceri. “La prima grande critica venuta dai penalisti è stata quella sui rave party, ma l’introduzione di quel reato non soltanto non ha prodotto alcuna carcerazione, ma non ha prodotto neppure alcun processo perché, una volta tanto, e non sempre questo accade, ha avuto un buon effetto deterrente. E, paradossalmente, l’introduzione di questo reato non soltanto non ha contribuito al sovraffollamento carcerario, ma, semmai, ne ha impedito una parte“. Nuova ondata di “buu” e fischi: a questo punto è direttamente la moderatrice a intervenire richiamando la platea.

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