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La Cina sta vivendo una crisi speculare agli Usa: due imperi nati sul controllo delle acque

La Cina sta vivendo una crisi speculare agli Usa: due imperi nati sul controllo delle acque
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Qualcosa negli Stati Uniti è rotto. Le infrastrutture, già mediocri, stanno crollando a pezzi, l’inflazione morde i bassi redditi, la costruzione di nuove case è ferma in uno dei pochi paesi avanzati senza ferrovie ad alta velocità. Sia la Bidenomics — l’insieme delle politiche economiche democratiche per mitigare le disuguaglianze e reindustrializzare l’economia — sia il vento di ritorno del Maga hanno evidenziato profonde disfunzioni.

I dazi di Donald Trump sono una tassa occulta sulle classi medie e lavoratrici, vasellinata dal linguaggio sovranista. In pratica, la ridistribuzione verso l’alto e l’aumento dei prezzi da parte delle imprese alimentano la disuguaglianza. E corrodono la stabilità del paese, erodendo la democrazia. In pratica, il protezionismo trumpiano protegge l’uno per cento della popolazione a scapito del restante 99 percento. E il lawfare (l’uso e l’abuso di sistemi legali, azioni e istituzioni per raggiungere obiettivi politici, militari o strategici) è stato l’arma letale che, nel nuovo millennio, ha trasformato gli Stato Uniti in uno “Stato Avvocato”. Lo Stato Azzeccagarbugli, come diremmo noi.

Come sta l’avversario? Un recente libro di Dan Wang — storico della Stanford University — sostiene una tesi sorprendente: la Cina sta vivendo una crisi speculare. Il rapido sviluppo della Cina si sarebbe realizzato attraverso una etica ingegneristica, guidata dallo stato: lo “Stato Ingegnere”. Un modello dinamico, opposto all’approccio “legale” e al conseguente stallo degli Stati Uniti. La logica ingegneristica cinese va oltre le strade e i ponti, diventa ingegneria sociale in grado di garantire un diffuso benessere. Per contro, l’imponente castello infrastrutturale cinese ha elevati costi sociali, a partire dell’ossessione del controllo e della sorveglianza.

Wang sostiene che entrambe le nazioni potrebbero trarre vantaggio imparando l’una dall’altra: la Cina valorizzando le libertà individuali e gli Stati Uniti abbracciando l’ingegneria trasformativa per sostenere un ampio beneficio sociale.

Usa e Cina sono duali. Mi rammenta quanto racconto nel mio ultimo libro a proposito dei due imperi, l’antico impero cinese e l’impero americano. L’Antica Cina fu uno “stato idraulico-burocratico” dove il potere veniva esercitato prima di tutto attraverso il controllo dell’acqua. “La storia delle opere idrauliche della Cina è a dir poco epica” scrisse il più importante sinologo europeo del ‘900, l’inglese Joseph Needham. Il mitico Grand Canal collegava i bacini del Fiume Giallo e del Fiume Azzurro — una rete lunga oltre 1.700 km (Fig.1).

Interventi diffusi e capillari come il Progetto di Irrigazione Dujiangyan sul fiume Minjiang introdussero nuove soluzioni per controllare le inondazioni e irrigare la pianura. Combinando dighe, canali di diversione e bacini di regolazione senza sbarramenti fissi, il sistema garantiva e garantisce tutt’oggi un funzionamento continuo ed efficace. Secondo Needham, nessun impero, tranne forse quello Romano, avrebbe mai raggiunto la capacità della Cina nel governare le proprie risorse idriche superficiali. E la nuova Cina rinnova questa eredità.

Per contro, anche il moderno impero americano si forma proprio attraverso il governo delle acque. La storia dell’America è incentrata su fiumi, laghi e corsi d’acqua. Nel West americano, durante il XX secolo, le dighe hanno simboleggiato il predominio dell’umanità sulla natura. Dighe come la Grand Coulee sul fiume Columbia e la Hoover sul Colorado (Fig.2) furono iniziative iconiche di una epoca in cui governo, aziende e comunità credevano nella condivisione del potere e delle risorse. Secondo Donald Worster, la società americana è una “moderna società idraulica, … un ordine sociale basato sulla manipolazione intensiva e su larga scala dell’acqua e dei suoi prodotti in un ambiente arido”.

Gli Usa oggi guardano soprattutto al ripristino della naturalità, una giusta sollecitudine verso la sostenibilità ambientale. E parecchi stati dell’unione stanno smantellando molte dighe minori, anche e soprattutto perché poco redditizie. Se l’impero è in declino, è questo un piccolo segnale?

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