“Macron, attaccati al tram”: la Francia convoca l’ambasciatrice italiana dopo le parole di Salvini. “Inaccettabili”
L’ambasciatrice italiana in Francia Emanuela D’Alessandro è stata convocata dal governo di Parigi “a seguito dei commenti inaccettabili” del vicepremier italiano Matteo Salvini sul presidente Emmanuel Macron. La notizia è stata data venerdì in tarda serata dall’agenzia internazionale Afp (Agence France-Presse), citando una fonte diplomatica. La convocazione risale a giovedì, lo stesso giorno in cui il leader leghista, rispondendo a una domanda sull’invio di truppe in Ucraina ventilato dal capo dell’Eliseo, lo aveva deriso con l’espressione milanese “taches al tram“, “attaccati al tram” (video): “Ti metti il caschetto, il giubbetto, il fucile e vai in Ucraina”, ha detto rivolgendosi immaginariamente a Macron, specificando di parlare “da vicepresidente del Consiglio, da ministro, da segretario della Lega”.
Parole che il governo francese ha deciso di non lasciar passare: all’ambasciatrice, spiega la fonte citata dall’Afp, “è stato ricordato che questi commenti sono contrari al clima di fiducia e alle relazioni storiche tra i due Paesi, nonché ai recenti sviluppi bilaterali che hanno evidenziato forti convergenze tra i due Paesi, in particolare per quanto riguarda il loro incrollabile sostegno all’Ucraina”. Un modo, insomma, per sottolineare che il problema è con Salvini e non con la premier Giorgia Meloni.
Quella di sbertucciare pubblicamente Macron, d’altra parte, per il ministro dei Trasporti è un’abitudine: nel corso degli ultimi mesi lo ha apostrofato come “guerrafondaio“, “bombarolo“, “ipocrita”, “chiacchierone”, “signorino educato che eccede in champagne“, “criminale”. Lo scorso marzo si schierò contro l’ipotesi di “un esercito europeo comandato da quel matto di Macron che parla di guerra nucleare”, mentre a giugno aveva rivolto al leader di Parigi un pensiero simile al “taches al tram” di giovedì scorso: “Mettiti l’elmetto, vai a combattere e non rompere le palle”. L’accumulo che ha portato il Quai d’Orsay, il ministero degli Esteri francese, alla reazione diplomatica: un gesto che difficilmente Giorgia Meloni potrà ignorare.
Dalla Lega l’unica reazione in mattinata è quella del capogruppo al Senato Massimiliano Romeo: “Se Macron smentisce la volontà di invitare soldati europei a combattere in Ucraina, problema chiuso. E continuare a tirare in ballo l’ombrello nucleare europeo, eserciti europei, missili e bazooka europei non aiuta in questo momento: lasciamo che gli spiragli di pace vadano avanti, lasciamo lavorare Trump e chi vuole davvero la pace”. Le opposizioni invece infieriscono: il segretario di +Europa Riccardo Magi parla di “una umiliazione per il nostro Paese e un imbarazzo per la nostra rete diplomatica”, chiedendo a Meloni di prendere le distanze. Per il vicepresidente di Italia viva Enrico Borghi, si tratta di “un’altra vicenda dalla quale emerge la pochezza della classe di governo di destra”. “Salvini, come al solito, usa toni che sono inutilizzabili se sei vicepremier”, accusa invece il leader di Azione Carlo Calenda, “non perché non si possa dissentire da un altro capo di Stato, anche io non ho condiviso alcune prese di posizione di Macron, ma perché non puoi parlare come fossi al bar dello sport. Purtroppo l’unica cosa che ha fatto Salvini nella vita è appunto il bar dello sport”.