Durissimo scontro a Coffee break (La7) tra il deputato di Avs, Francesco Borrelli, e Paolo Capone, segretario generale dell’Unione Generale del Lavoro, sindacato storicamente vicino alla destra (il suo ex vicesegretario è il leghista Claudio Durigon).
Capone, commentando un servizio della trasmissione sulla situazione economica, minimizza le preoccupazioni legate all’aumento del costo della vita: “Le organizzazioni di consumatori, genericamente definite, spesso qualche numero lo lanciano un po’ così, un po’ d’azzardo per vedere l’effetto che fa. Non giochiamo troppo coi numeri. In realtà gran parte degli aumenti che abbiamo e che misuriamo tutti i giorni sui nostri acquisti è legato soprattutto al costo dell’energia, che non riguarda né le scelte della Meloni, né le scelte dei commercianti e neanche quelli di Trump per certi versi. Il vero problema è il costo dell’energia”.
Il sindacalista ridimensiona poi i dati forniti da Borrelli sull’aumento della povertà in Italia: “Il dato sui 5 milioni di poveri non è odierno, è un dato che ci portiamo avanti da almeno qualche anno dal post pandemia, anche perché nel frattempo abbiamo un dato sull’occupazione che supera il 68%. Siamo in una condizione che le statistiche dell’Istat non hanno mai registrato. Diminuiscono i disoccupati e questo porta un po’ più di ricchezza”.
Ma l’esponente di Europa Verde insorge: “Occupati a 700 euro al mese? Non direi che sono proprio occupati, bisogna vedere quanto vengono pagati, perché l’occupazione a 700 euro non è un’occupazione vera“.
“Questa è un’altra cazzata – sbotta Capone – Ma chi ha detto che c’è un’occupazione a 700 euro? Dove ha preso questo dato?”.
“Sono dati ufficiali – replica Borrelli, mentre il sindacalista protesta – Se lei va al mercato o alla Caritas, se ne rende conto. Oppure lei vive in un altro mondo?”.
“Ma guarda che io non vengo da Marte”, rilancia Capone.
“Non lo so dove vive lei – ribadisce Borrelli – Io so dove vado io e vedo la gente, vedo la povertà, vedo persone sfruttate e non difese dai sindacati, che non hanno fatto quello che dovevano fare“.
Capone afferma che salari molto bassi sono legati al lavoro part-time: “Il lavoro part-time è un lavoro povero, non può che essere così”.
“No – obietta Borrelli – il lavoro povero è un dato di fatto. E nello stesso tempo sono aumentati i più ricchi“.
Capone dissente: “Ma come fa a essere lavoro povero se c’è il 95% dei contratti collettivi nazionali che garantiscono la stessa paga adesso come quella di tre anni fa, salvo i rinnovi che ci sono stati? Ma chi assume per rendere povera una persona?”.
“E allora mi sa che lei deve ritornare a vedere la realtà del territorio – ripete Borrelli –Lavoratori sfruttati, lavoratori sottopagati, imbrogli a danno dei lavoratori che fanno ore molto maggiori. Forse lei vive in un mondo diverso dal mio. Lei fa propaganda invece di dire la verità: deve difendere i lavoratori innanzitutto, non la propaganda. Sono raddoppiati i poveri col governo Meloni, è un dato di fatto“.
“Ma lasci perdere”, sbotta nuovamente il segretario dell’Ugl.
“Come ‘lasci perdere’? – replica Borrelli – Sono 5 milioni di poveri molti dei quali sono persone che hanno il lavoro e che non riescono più ad arrivare a fine mese. E lei non ne parla”.
“Io ne ho parlato”, protesta Capone.
“No, non ne ha parlato – ribatte Borrelli – Ha descritto l’Italia come il paese più felice del mondo: tutti occupati, tutti contenti. Mi sa dire qual è lo stipendio medio di un lavoratore?“.
“Non c’è uno stipendio medio rispetto alla differenza di contratti o di impiego o di orario di lavoro”, risponde il dirigente sindacali.
“È di 1200-1500 euro – replica il parlamentare – E ci sono picchi negativi pari a 700-800 euro. Lei pensa che si possa vivere oggi con 700-800 euro al mese? Quindi quella persona non è un vero occupato, è un lavoratore sfruttato”.