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Caritas: aumentano, soprattutto al Nord, le persone in cerca di assistenza. Il 23,5% ha un lavoro ma non basta

Pd e M5s: "Allarmante, famiglie abbandonate". La viceministra Bellucci: "Il disagio sociale non è certamente una scoperta recente"
Caritas: aumentano, soprattutto al Nord, le persone in cerca di assistenza. Il 23,5% ha un lavoro ma non basta
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Aumentano le persone che si rivolgono ai centri Caritas italiani per ricevere aiuto ed assistenza. Come si legge nel rapporto dell’associazione, nel 2024 sono state quasi 278mila, il 3% in più del 2024 e ben il 62% in più rispetto a dieci anni fa. I territori con l’aumento più marcato delle richieste sono quelli del Nord Italia (+77%), seguiti da quelli del Mezzogiorno (+64,7%). L’aiuto raggiunge molte famiglie e, nel complesso, circa il 12% di quelle in povertà assoluta (che nel complesso sono 5,7 milioni di individui). Crescono le situazioni di povertà intermittente o di lunga durata. Allarmante è l’aumento dei casi di cronicità: oltre un assistito su quattro (26,7%) vive in una condizione di disagio stabile e prolungato. Le opposizioni attaccano e sottolineano come il governo abbia abolito il reddito di cittadinanza e bocciato la proposta di un salario minimo, in vigore nella maggior parte dei Paesi europei.

I dati – L’età media degli assistiti è di 47,8 anni ma cresce la presenza degli anziani: se nel 2015 gli over 65 erano solo il 7,7%, oggi rappresentano il 14,3% (il 24,3% tra gli italiani). Restano strutturali le difficoltà delle famiglie con figli, che costituiscono il 63,4% degli assistiti. Prevale la fragilità occupazionale: il 47,9% è disoccupato, mentre il 23,5% ha un lavoro che non costituisce un fattore protettivo rispetto all’indigenza. Tra i 35-54enni la percentuale dei ‘working poor’ supera addirittura il 30%.

Il disagio abitativo e quello sanitario sono tra quelli più diffusi. Tra le persone seguite dal circuito Caritas, una su tre (il 33%) manifesta almeno una forma di difficoltà legata all’abitare. In particolare: il 22,7% vive una grave esclusione abitativa (persone senza casa, senza tetto, ospiti nei dormitori, in condizioni abitative insicure o inadeguate), il 10,3% presenta difficoltà legate alla gestione o al mantenimento di un alloggio (per lo più rispetto al pagamento di bollette o affitti).

Almeno il 15,7% manifesta vulnerabilità sanitarie, spesso legate a patologie gravi e alla mancanza di risposte da parte del sistema pubblico. Molti di loro fanno esplicita richiesta di farmaci, visite mediche o sussidi per prestazioni sanitarie; altri invece non formulano richieste specifiche, lasciando presumere che il fenomeno delle rinunce sia ampiamente sottostimato, soprattutto tra i più marginalizzati che spesso sfuggono ai circuiti statistici e sanitari formali.

Caritas Italiana evidenzia che “la povertà sanitaria si intreccia quasi sempre con altre forme di bisogno (nel 58,5% se ne cumulano 3 o più) in un circolo vizioso: casa, reddito, salute, istruzione e relazioni si condizionano a vicenda, rendendo difficile ogni percorso di uscita. Il profilo di chi ha bisogno si è dunque profondamente trasformato, riflettendo una povertà sempre più trasversale, complessa e spesso non intercettata o adeguatamente supportata dal welfare“.

Le reazioni – Per le opposizioni i dati sono la prova che il governo Meloni non sta facendo nulla per contrastare la povertà. Per Elly Schlein serve “una profonda riflessione” perché “i lavoratori poveri sono ancora più rappresentati in un Paese in cui la maggioranza e il governo si permettono di mettere su un binario morto la proposta sul salario minimo”. Silvia Roggiani, deputata Pd della commissione Bilancio, aggiunge che “l’Italia reale non vive nella narrazione trionfalistica del governo“. Il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, scrive sui social: “Dopo il boomerang del taglio del cuneo fiscale che ha aumentato le tasse ai lavoratori, dopo il blocco navale immaginario che ha fatto crescere del 40% gli sbarchi a maggio e il decreto flop sulle liste d’attesa con l’impennata del numero di persone che rinunciano alle cure, ecco il successone del governo su povertà e stipendi. I dati diffusi oggi dalla Caritas parlano chiaro: abbiamo il record di 5,6 milioni di poveri assoluti e, con i tagli al Reddito di cittadinanza, migliaia di cittadini e famiglie in difficoltà abbandonate al loro destino”.

“I dati mettono in evidenza il grande ruolo sociale della Caritas sui territori, soprattutto quelli più difficili e periferici. Il disagio sociale non è certamente una scoperta recente, come ci rivela la serie storica proprio della Caritas e come istituzioni siamo tutti chiamati a fare sempre di più”, replica con una nota, la viceministra del Lavoro, Maria Teresa Bellucci.

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