“Penso che la procura stia facendo il suo dovere. Io sono sempre fiducioso nel lavoro dei magistrati. Certo, sono rimasto sorpreso, perché la cosa avviene un giorno dopo l’indizione delle elezioni e riguarda una vicenda che è sui giornali da un anno, relativa a piccoli lavori pubblici. Tutta l’indagine ruota attorno ai rapporti tra un mio ex collaboratore e il presidente di queste associazioni che hanno realizzato alcuni dei lavori. Ma io sono la parte lesa, che c’entro?“. Sono le parole pronunciate a L’aria che tira (La7) da Matteo Ricci, europarlamentare e candidato alla presidenza della Regione Marche per il centrosinistra, in merito all’avviso di garanzia ricevuto insieme ad altre 23 persone nell’ambito dell’inchiesta “Affidopoli”, avviata dalla Procura di Pesaro dopo alcuni articoli de Il Resto del Carlino.
L’indagine riguarda presunte irregolarità in una serie di affidamenti diretti, per un totale di circa 600 mila euro in tre anni e mezzo, a due associazioni culturali locali, Opera Maestra e Stella Polare, incaricate di organizzare eventi pubblici, feste, manifestazioni gastronomiche e opere artistiche, tra cui un murale dedicato a Liliana Segre e un casco gigante per celebrare Valentino Rossi.
Ricci sottolinea il tempismo della notifica, arrivata all’indomani della fissazione della data delle elezioni regionali (28 e 29 settembre), e ribadisce più volte: “Per quindici anni da amministratore locale non mi sono mai occupato di affidamenti pubblici, di nessun tipo di affidamento o appalto. Mi sono sempre fidato dei miei collaboratori, in questo caso di un ex collaboratore che mi organizzava gli eventi. Del resto, quando uno fa il sindaco e si fida dei suoi collaboratori, la macchina amministrativa può funzionare. Quindi, se c’è un mio ex collaboratore che ha sbagliato, la responsabilità è sua. Che c’entro io?”.
E aggiunge: “Io non sapevo nulla, non mi sono mai occupato di queste cose e tantomeno ho avuto a che fare con le associazioni che hanno realizzato gli eventi. Sono parte lesa, perché a sbagliare è stato il mio ex collaboratore, che ha pure tradito la mia fiducia. È un danno d’immagine per me, è un danno per l’amministrazione comunale. Io non c’entro assolutamente nulla, non me ne sono mai occupato, tant’è che il procuratore stesso dice che non ho avuto nessun vantaggio personale”.
Infine, l’ex sindaco di Pesaro commenta la posizione prudente del M5s e del suo leader Giuseppe Conte: “Io ho fatto l’amministratore pubblico per 15 anni, mai è successo nulla. Tutti sanno che per me la serietà, l’onestà, la trasparenza sono regole basilari per poter svolgere attività politica e amministrativa. E infatti, in queste ore, sto ricevendo un affetto incredibile. A Conte e al M5s rispondo che per me l’onestà viene prima di qualsiasi altra cosa, esattamente come per loro. Quindi abbiamo gli stessi valori da questo punto di vista”.