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Cronaca

Ultimo aggiornamento: 11:49 del 20 Luglio

“Ha tolto aria e luce, siamo delusi”: le voci dei residenti attorno al palazzo da cui è nata l’inchiesta sull’urbanistica a Milano

L'amarezza e la delusione dei residenti di piazza Aspromonte: "È come aver infilato un tappo in una bottiglia"
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Ci sono Pietro, Paola, Elena, Pierluigi e tanti altri. Sono i residenti della zona di piazza Aspromonte. Da qui è partita l’inchiesta sulla gestione dell’urbanistica nel Comune di Milano che vede oltre 70 indagati e nella quale è coinvolto anche il sindaco del capoluogo lombardo, Giuseppe Sala. Qui, infatti, tra palazzine d’epoca, è sorto, in quello che originariamente era un cortile, Hidden Garden, un palazzo di sette piani fuori terra con dentro 45 appartamenti.

“Il cortile è stato giudicato un non cortile”, spiega Pietro Legramandi. “Da qui è partito tutto perché dall’esposto fatto nel 2022 è stato proprio scoperchiato il vaso di Pandora – continua Paola Barba, anche lei residente – che ha portato la Procura a indagare anche altri cantieri e quindi a scoprire il discorso della Commissione Paesaggio e soprattutto delle Scia”. “Prima c’erano una villetta di due piani di fine secolo e una palazzina di tre piani – racconta – Hanno stabilito che non era un cortile e che si poteva costruire senza vincoli“. L’amarezza per questi cittadini è tanta: “Abitiamo in una casa che non è più quella che abbiamo acquistato e in una zona snaturata, neanche in linea con lo stile architettonico intorno perché sono quasi tutti edifici degli anni ’30. Io non sono contenta, siamo delusi. Pensavo che il comune di Milano avesse a cuore non solo le finanze”.

“Ha tolto aria, ha tolto luce, la vista. Ed è sovrappopolato. È come aver infilato un tappo in una bottiglia”, continua Elena Sciacca, che spera che “il resto di Milano si salvi da questa cementificazione selvaggia”.

“I vicini hanno protestato cercando di fermare i lavori ma non ci sono riusciti – conclude un altro residente, Pierluigi Del Ponte – Abbiamo un condominio di 8 piani davanti, avevamo più respiro prima”.

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