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Ispezioni fiscali nelle aziende solo se “espressamente e adeguatamente motivate”

Passa in commissione Finanze l'emendamento del relatore al decreto fiscale, Vito De Palma (FI), che adegua la normativa a una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo. Accantonata la proposta di Osnato sulla riapertura del ravvedimento speciale per chi aderirà al concordato
Ispezioni fiscali nelle aziende solo se “espressamente e adeguatamente motivate”
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Atti di autorizzazione e verbali di accesso di ispezioni e verifiche fiscali fatti da Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza in aziende, attività commerciali e sedi di attività agricole, artistiche o professionali dovranno contenere espressa e adeguata motivazione delle “circostanze e condizioni” che hanno giustificato il controllo. A stabilirlo è un emendamento del relatore al decreto fiscale, Vito De Palma (FI), appena approvato in commissione Finanze della Camera. La mossa arriva dopo che, a febbraio, la Corte europea dei diritti dell’uomo aveva condannato l’Italia per le scarse garanzie fornite durante le verifiche e chiesto di riformare la normativa e la prassi. La norma non è retroattiva e fa salvi gli atti e i provvedimenti adottati e “i rapporti sorti” sulla base delle disposizioni vigenti prima dell’entrata in vigore.

L’esame degli emendamenti sarà chiuso domani. In attesa delle riformulazioni e dei pareri del Mef, che si sono fatti attendere, restano accantonati sei emendamenti, compreso quello presentato dal presidente della Commissione Marco Osnato (FdI) che reintroduce il ravvedimento speciale legato al concordato preventivo biennale 2025-2026: è stato spiegato che verrà riformulato.

Il provvedimento, che è a Montecitorio in prima lettura, era atteso in Aula venerdì, ma – come stabilito dalla capigruppo – l’approdo slitterà a lunedì, senza fiducia.

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