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Giuli contro il “Corriere”: “Censurata una mia intervista”. Il quotidiano: “Insultava Galli della Loggia”

Il ministro pubblica sui social la versione integrale del colloquio: "E poi dicono che gli illiberali siamo noi di destra". Il giornale: "Polemica pretestuosa e senza fondamento"
Giuli contro il “Corriere”: “Censurata una mia intervista”. Il quotidiano: “Insultava Galli della Loggia”
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Alessandro Giuli accusa il Corriere della sera di aver censurato una sua intervista, il quotidiano risponde parlando di “polemica pretestuosa e senza fondamento“. A innescare lo scontro un post su Facebook del ministro della Cultura: “Dal Corriere prima mi chiedono una replica a un editoriale velenoso sulla cultura di destra scritto da Ernesto Galli della Loggia, poi cambiano idea virando su un’intervista a tutto campo, con la prima domanda proprio su Galli della Loggia. Ma siccome la risposta alla domanda non piace decidono di non pubblicare l’intervista. E dire che, previa supplica del Corriere, avevo anche accettato di togliere le parole “perditempo” e “poltrona di lusso”. Poi dicono che gli illiberali siamo noi di destra…”. E posta la versione integrale dell’intervista “censurata”.

Il riferimento di Giuli è a un editoriale pubblicato sabato 12 luglio dal titolo “Cultura, lo scatto non c’è“, in cui Galli della Loggia accusa il ministero di mancanza di visione e di aver ridotto la gestione culturale a una mera occupazione di posti di potere. Nell’intervista postata su Facebook, il ministro gli rispondeva così: “I perditempo insinuano che l’impegno della destra sia concentrato sulle poltrone, noi intanto raggiungiamo risultati: sabato abbiamo ottenuto l’iscrizione di un nuovo sito Unesco, il 61°, le “Domus de Janas” sarde. Un primato mondiale riconosciuto al ministero della Cultura”. Seguiva un attacco diretto allo storico: “Prendo sul serio la sua illuminante autodenuncia: il mio predecessore lo aveva nominato in una “poltrona” di lusso, a capo della Consulta dei Comitati nazionali, dalla quale il prof ha giudicato le opere di Papini, di Volpe e perfino di Gentile indegne di valore nazionale. La stessa Consulta ha bocciato le celebrazioni del 650° anniversario di Boccaccio”.

Giuli chiedeva quindi a Galli di lasciare l’incarico a cui era stato nominato dall’ex ministro Gennaro Sangiuliano. “Ergo: mozione accolta, ora mi aspetto che lui dia il buon esempio e lasci spazio a persone più motivate. Altrimenti sarò costretto a replicare parafrasando Hegel: “Non c’è eroe (politico) per il suo cameriere (intellettuale)””. Due ore dopo il primo post, il ministro ha postato anche uno scambio di messaggi con l’intervistatore, Paolo Conti: “A me pare molto bella, densa e puntuale (l’intervista, ndr). Non rischiamo di dare del perditempo a Ernesto?”, chiede il giornalista. Al che Giuli accettava di sostituire l’espressione con “alcuni” oppure “c’è chi dice””. La scelta di pubblicare i messaggi è stata criticata duramente da Conti: “Lo scambio pubblicato dal ministro Giuli è avvenuto con me in una normale dialettica tra giornalista e intervistato di cui la direzione era totalmente all’oscuro. Rimango basito dalla scelta di un ministro di pubblicare messaggi privati”, ha fatto sapere.

Il quotidiano di via Solferino ha replicato alle accuse fornendo una versione diversa dell’accaduto: “Dieci giorni fa avevamo chiesto un’intervista al ministro Giuli su quanto accadeva al ministero, ma ce l’ha negata. Domenica ha accettato l’intervista, ma si è concentrato su un editoriale critico sulla politica culturale del professor Galli della Loggia in cui si rispondeva esclusivamente chiedendo le sue dimissioni da un incarico culturale con un contorno di insulti. Al ministro è stato chiesto di replicare con una lettera alle accuse politiche del professor Galli. Nessuna censura. Lui ha rifiutato. Se cambierà idea siamo pronti a pubblicarla. Il resto è una polemica pretestuosa e senza fondamento. Del resto nell’intervista si nega anche l’evidenza rispetto a quanto sta accadendo nel suo ministero”, sottolinea il Corriere, in riferimento allo scontro sotterraneo con la sottosegretaria leghista Lucia Borgonzoni.

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