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Ft: Boston Consulting lavorava al piano di “sgombero” di Gaza. La società allontana i due responsabili del progetto

Per l'incarico, che include la costituzione della GHF, c'era un contratto da 4 milioni di dollari 
Ft: Boston Consulting lavorava al piano di “sgombero” di Gaza. La società allontana i due responsabili del progetto
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A proposito del “business del genocidio” descritto nel rapporto della giurista e relatrice Onu Francesca Albanese, un gruppo di lavoro di una delle più importanti società di consulenza al mondo, la statunitense Boston Consulting Group (Bcg), era da tempo al lavoro per delineare il futuro economico e commerciale di una Striscia di Gaza “sgombrata” dai suoi abitanti palestinesi. Secondo un’inchiesta del quotidiano inglese Financial Times è stato redatto un documento per Israele che prevede anche una valutazione dei costi del “ricollocamento” della popolazione di Gaza. Nello studio è stato ipotizzato lo spostamento di mezzo milione di persone, con un costo complessivo di circa 5 miliardi di dollari.

Il team Bcg ha pure contribuito alla costituzione della discussa Gaza Humanitarian Foundation, entità militarizzata costituita da Israele e Stati Uniti per soppiantare Onu ed organizzazioni umanitarie nella distribuzione degli aiuti alimentari nella Striscia. Da quando il programma GHF è iniziato, le Nazioni Unite calcolano che 800 palestinesi sono stati uccisi dai soldati israeliani mentre erano in fila per la distribuzione delle razioni. Il contratto, scrive il Ft, prevedeva un compenso di 4 milioni di dollari ma a fine maggio la Bcg si è chiamata fuori annunciando che non accetterà più il pagamento.

I vertici della società hanno tuttavia rinnegato il lavoro, attribuendolo all’iniziativa di singoli partner a cui, spiega Bcg, erano state date indicazioni del tutto differenti. Due dipendenti, Matt Schlueter e Ryan Ordway, sono stati licenziati. Adam Farber, responsabile dei rischi, e di Rich Hutchinson, responsabile della divisione impatto sociale, pur non avendo lavorato direttamente al progetto, hanno cambiato ruolo all’interno della società.

In un messaggio al personale, l’amministratore delegato di BCG, Christoph Schweizer, ha affermato che un’indagine sul lavoro a Gaza “ha chiarito che Adam [Farber] non aveva alcuna intenzione di trarre in inganno la società ma che lui stesso è stato ingannato. La sua decisione di dimettersi riflette un forte senso di leadership e responsabilità”. “Il nostro coinvolgimento nel lavoro a Gaza è stato il risultato di una condotta individuale scorretta, favorita da eccezioni procedurali, mancati segnali di allarme e fiducia mal riposta”, ha scritto ancora Schweizer. Dopo aver avuto conoscenza dell’accaduto, il World Food Programme delle Nazioni Uniti, ha avviato una “revisione completa” delle sue collaborazioni con Bcg.

Riceviamo da Boston Consulting Group e pubblichiamo:

“Nell’ottobre 2024, un team BCG statunitense, guidato da due partner, ha fornito supporto pro bono per contribuire alla creazione di un’organizzazione umanitaria destinata a operare parallelamente ad altre iniziative di soccorso per fornire supporto umanitario a Gaza. Non è stata però comunicata la natura esatta del loro lavoro. Le persone in questione hanno quindi svolto attività non autorizzate. Le loro azioni hanno evidenziato una grave mancanza di valutazione del rispetto dei nostri standard.

Siamo turbati e indignati per le azioni compiute da questi due soci, che sono stati licenziati. BCG rinnega il lavoro da loro svolto. La loro attività è stata interrotta e BCG non ha ricevuto compensi. Stiamo agendo rapidamente e serietà per imparare da questa esperienza e per garantire che non accada di nuovo. Ci rammarichiamo profondamente di non essere stati all’altezza dei nostri standard, in questa situazione. Ci impegniamo a vivere i nostri valori, assumendoci la responsabilità dei nostri fallimenti e procedendo con umiltà.

In un secondo comunicato la società aggiunge che:

Recenti resoconti mediatici hanno travisato il ruolo di BCG nella ricostruzione postbellica di Gaza. Al progetto hanno lavorato due ex partner nonostante al responsabile fosse stato categoricamente intimato di non farlo. Questo progetto non era di BCG. È stato messo a punto e gestito segretamente, al di fuori di qualsiasi approvazione di BCG. Ripudiamo pienamente questo lavoro. BCG non ha ricevuto alcun compenso.

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