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Mimmo Lucano dichiarato decaduto da sindaco di Riace per la legge Severino. Lui: “Farò appello, resto in carica”

Il Tribunale di Locri ha accolto il ricorso presentato dalla Prefettura di Reggio Calabria, dopo che il Consiglio comunale aveva detto no alla decadenza
Mimmo Lucano dichiarato decaduto da sindaco di Riace per la legge Severino. Lui: “Farò appello, resto in carica”
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Il Tribunale di Locri, in applicazione della legge Severino, ha dichiarato Mimmo Lucano decaduto da sindaco di Riace. La sentenza è stata depositata martedì dai giudici, che hanno accolto il ricorso presentato al Tribunale civile dalla Prefettura di Reggio Calabria in seguito alla condanna definitiva a 18 mesi di reclusione per falso, con pena sospesa, inflitta a Lucano nel processo “Xenia” sugli illeciti nella gestione dell’accoglienza dei migranti a Riace, borgo calabrese divenuto simbolo dell’integrazione. Da giugno 2024 Lucano è anche parlamentare europeo, eletto con la lista Alleanza Verdi e Sinistra.

Lo scorso aprile il Consiglio comunale aveva votato a maggioranza contro la presa d’atto della decadenza, sostenendo che il reato di falso per cui è stato condannato il sindaco non rientrasse tra quelli commessi “con abuso di potere o in violazione dei doveri” a cui fa riferimento la Severino. Contro quella delibera, però, la Prefettura si era rivolta al giudice ordinario. Lucano ha annunciato di voler presentare appello contro la decisione: “La resistenza continua, ormai mi sto abituando”, ha detto. “Il mio reato è stato quella di proporre una soluzione umana rispetto a una narrativa che giustifica la protezione dei confini e il percepire i migranti come i nemici. Per Riace, invece, sono stati preziosi cittadini. Ovviamente con i miei legali presenteremo appello contro questa sentenza che reputo ingiusta perché ritengo che, nel mio caso, la legge Severino non era applicabile. Resterò sindaco, comunque, fino a quando la mia condanna non sarà definitiva”.

“Rispettiamo la sentenza, ma riteniamo che la decisione sia ingiusta. Per questo presenteremo gravame nelle forme e nei termini di legge. L’interdizione temporanea dai pubblici uffici era stata esclusa dalla Corte d’Appello a comprova che la condanna subita non è legata ad alcun abuso di potere voluto dalla legge Severino per la dichiarazione di decadenza”, dice il legale di Lucano, Andrea Daqua.

“Le sentenze si rispettano, non c’è dubbio. Ma quella del Tribunale di Locri lascia l’amaro in bocca“, scrivono in una nota Sandro Ruotolo e Pierfrancesco Majorino, componenti della segreteria nazionale del Pd. “Mimmo Lucano è il volto di un modello di accoglienza che ha fatto il giro del mondo, l’esempio di un’umanità concreta, vissuta, quotidiana. E vedere che viene estromesso mentre in questo Paese ci sono condannati che siedono al governo, anche in rappresentanza dell’Italia in Europa, lascia davvero un senso profondo di ingiustizia”, affermano. Anche per i leader di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, “nell’Italia dei ministri e dei sottosegretari impuniti di fronte alla legge la decisione di oggi suona come un’ingiustizia. Ma siamo certi che Mimmo continuerà a combattere in altre sedi giudiziarie per affermare le sue ragioni”, scrivono.

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