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Ciro Grillo in aula al processo: “Mai approfittato di nessuno, credo nella giustizia”. Iniziata la requisitoria del pm

Il procuratore capo di Tempio Pausania Gregorio Capasso, rappresentante dell'accusa, ha parlato per quasi sette ore. Martedì dovrebbero arrivare le richieste di pena
Ciro Grillo in aula al processo: “Mai approfittato di nessuno, credo nella giustizia”. Iniziata la requisitoria del pm
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Nessuno di noi ha mai approfittato di qualcuno o qualcosa. Ho studiato Giurisprudenza proprio per questo processo, sono praticante avvocato, credo nella giustizia e vorrei continuare a crederci”. A dirlo, a quanto si apprende, è stato Ciro Grillo, 24enne figlio del fondatore del Movimento 5 stelle Beppe, rilasciando per la prima volta pochi minuti di dichiarazioni spontanee nel processo in corso a Tempio Pausania che lo vede imputato insieme a tre amici per una presunta violenza sessuale di gruppo, commessa nell’estate 2019 a Porto Cervo ai danni di una studentessa italo-norvegese sua coetanea. L’udienza di lunedì si è aperta proprio con le dichiarazioni di Grillo junior, rese a porte chiuse, dopodiché è iniziata la requisitoria dell’accusa, rappresentata dal procuratore capo Gregorio Capasso. Il magistrato ha parlato per quasi sette ore, durante le quali il giovane ha più volte scosso la testa, arrivando a singhiozzare. Martedì dovrebbero arrivare le richieste di pena, dopodiché parleranno per le conclusioni gli avvocati di parte civile – capitanati dalla senatrice leghista Giulia Bongiorno – e infine quelli della difesa.

Nel suo intervento in aula, il procuratore Capasso ha ribadito che la presunta vittima non era in grado di esprimere un valido consenso ai rapporti sessuali di gruppo avuti con Grillo e i suoi amici: “Che la ragazza e i ragazzi fossero brilli lo ammettono loro stessi. La giovane aveva consumato molto alcol durante tutta la serata per locali, e poi nella casa in uso a Ciro Grillo, dove ha bevuto un beverone preparato dai quattro contenente vodka e Lemon Soda. Era a digiuno tutto il giorno e anche la sera. A questo si aggiunge la stanchezza per la giornata e nottata trascorsa”, ha detto. Poi si è soffermato sulla sequenza temporale delle presunte violenze: “Sul fatto in sé le versioni degli imputati e della ragazza coincidono, ma la chiave di lettura del processo la troviamo nell’ordine temporale degli eventi. Quella fornita dai ragazzi non è logica”, ha affermato, contestando in particolare la veridicità dell’episodio, raccontato dagli imputati, secondo cui la giovane avrebbe accompagnato uno di loro a prendere delle sigarette dopo aver avuto un rapporto con lui e prima di quello di gruppo.

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