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Palinsesti Rai, la protesta dei giornalisti contro i tagli. Ranucci: “I miei collaboratori perderanno il 14% della retribuzione”

Il piano ha portato alla cancellazione di programmi di inchiesta e approfondimento come Rebus, Agorà Weekend e Linea di confine, e al ridimensionamento dei programmi di punta come Report e Presa Diretta
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La Rai presenta il palinsesto per la prossima stagione mentre all’esterno i giornalisti del servizio pubblico protestano per i tagli. Fuori dal centro di produzione Rai di Napoli in Via Marconi una nutrita delegazione di cronisti, politici e attivisti ha contestato il ridimensionamento previsto dall’azienda. Un piano di tagli del 2% sui costi esterni nel 2026 e del 4% nel 2027 che ha portato alla cancellazione di programmi di inchiesta e approfondimento come Rebus, Agorà Weekend e Linea di confine, oltre al ridimensionamento dei programmi di punta dell’informazione e dell’approfondimento da Report a Presa Diretta, da Petrolio fino a XXI Secolo . Il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, ha disertato la tradizionale presentazione dei palinsesti scegliendo invece di unirsi alla protesta in strada. “Ho sempre detto che per me la Rai è la mia casa – ha spiegato Ranucci – ma devo dire che in questi ultimi tempi mi sento sempre meno a casa. Al mio programma hanno tagliato 4 puntate, significa che ai miei collaboratori viene tagliato il 14% di retribuzione. Oggi sono qui per loro. Ho sentito parlare di tagli per ottimizzazione, ma mi viene da ridere – prosegue Ranucci – perché garantiscono stipendi alti a conduttori che sono vicini o cari alla politica e tagliano la trasmissione Rai al primo posto per credibilità come Report. È un brutto segnale nei confronti della meritocrazia, perché stai dicendo alla squadra di Report e a qualunque altra squadra – conclude Ranucci – che puoi fare il miglior risultato possibile nel modo più virtuoso, ma tanto ti taglio perché devo garantire questi qui”.

Al centro della mobilitazione anche la questione precari. Circa 120 giornalisti senza contratto che collaborano alla realizzazione dei programmi di approfondimento devono accettare trasferimenti obbligatoriamente presso le sedi regionali Tgr svuotando di fatto le redazioni dei programmi di punta dell’informazione e dell’approfondimento giornalistico. “Il risultato di questi tagli a trasmissioni che rappresentano l’identità della Rai – ha spiegato il conduttore di Presa Diretta Riccardo Iacona – è un’informazione meno forte”. All’iniziativa hanno aderito esponenti politici nazionali come Franco Roberti, Luigi de Magistris e i deputati Stefano Graziano (Pd), Dario Carotenuto (M5S) e Francesco Borrelli (Avs) insieme a rappresentanti dell’Ordine dei Giornalisti e di associazioni come Articolo 21 e Rete No Bavaglio. “Qui siamo oltre TeleMeloni – dice Stefano Graziano, capogruppo del Pd nella commissione di vigilanza Rai – per noi è un fatto grave perché si danneggiano i programmi e si discriminano i lavoratori. Si sta tagliando tutto quello che è informazione”.

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