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Ministro iraniano a Gb e Ue: “Come possiamo tornare a negoziare con chi ci ha già traditi?”. E domani vede Putin

Ministro iraniano a Gb e Ue: “Come possiamo tornare a negoziare con chi ci ha già traditi?”. E domani vede Putin
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“Il negoziato era già in corso ma è stato fatto saltare in aria”. Il ministro degli Esteri di Teheran, Abbas Araghchi, risponde così a Gran Bretagna e Unione europea che sollecitano Teheran a tornare al tavolo delle trattative dopo i bombardamenti da parte di Israele e Stati Uniti. “La settimana scorsa stavamo negoziando con gli Usa e Israele ha deciso di sabotare la diplomazia. In questi giorni avevamo avviato colloqui con il gruppo E3 e l’Ue e gli Stati Uniti hanno deciso di sabotare la diplomazia. Ora i britannici e l’Alta rappresentante dell’Ue chiedono all’Iran di tornare al tavolo del negoziato: ma come può l’Iran tornare a un tavolo che non ha mai abbandonato, al di là del fatto che altri lo hanno fatto saltare per aria?”, ha affermato Araghchi.

Il ministro degli Esteri iraniano ha annunciato che domani incontrerà il presidente russo, Vladimir Putin, a Mosca. E poi osserva “Non importa quanti danni siano stati arrecati. Attaccare una struttura nucleare è di per sé una violazione imperdonabile del diritto internazionale e deve essere condannata”.

“Il presidente Trump era stato eletto sulla base di una piattaforma che prometteva di mettere fine al costoso coinvolgimento degli Usa in guerre senza fine in giro per il mondo”: tuttavia, egli “non solo ha tradito l’Iran, abusando in mala fede del nostro impegno diplomatico, ma ha anche ingannato i suoi stessi elettori, associandosi alla missione di un criminale di guerra ricercato (Benjamin Netanyahu, ndr) che ormai sa di poter sfruttare le vite e le risorse dei cittadini americani al servizio degli obiettivi del regime israeliano”, ha continuato Araghchi.

Il ministro iraniano ha però frenato sull’ipotesi circolata nei giorni scorsi a Teheran d’una possibile chiusura al traffico commerciale navale dello Stretto di Hormuz, strategico snodo fra il Golfo Persico e quello dell’Oman per il passaggio di quasi in terzo del petrolio mondiale. “Abbiamo una varietà di opzioni disponibili”, ha glissato Araghchi di fronte a una domanda diretta, durante la conferenza stampa tenuta a Istanbul a margine di una riunione di emergenza dell’Organizzazione dei Paesi Islamici (Oic).

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