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Lite nella cucina di una masseria: 17enne muore accoltellato. Fermato l’aiuto cuoco

I due hanno avuto un violento alterco per questioni futili, relative a presunti errori commessi dalla vittima durante il servizio ai fornelli. Pranto Hawlader avrebbe poi impugnato una forbice e colpito il ragazzo
Lite nella cucina di una masseria: 17enne muore accoltellato. Fermato l’aiuto cuoco
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Una violenta lite nella cucina di una masseria è sfociata in tragedia domenica 15 giugno, nel tardo pomeriggio. A Sant’Angelo in Formis, frazione del comune di Capua, provincia di Caserta, un giovane 17enne di origine gambiana, Alagie Sabally, è stato accoltellato e ucciso. Lunedì i carabinieri hanno fermato su ordine della Procura di Santa Maria Capua Vetere il 21enne bengalese Pranto Hawlader, aiuto cuoco, principale sospettato per l’omicidio. I due hanno avuto un violento alterco per questioni futili, relative a presunti errori commessi dalla vittima durante il servizio ai fornelli. Hawlader avrebbe impugnato probabilmente una forbice trovata in cucina colpendo il minore gambiano in varie parti del corpo, con il fendente fatale che ha raggiunto la vittima al petto. L’aggressore ha negato dicendo di essere svenuto perché colpito dal 17enne, che a suo dire l’avrebbe preso alla gola. L’uomo è stato fermato anche per evitare che potesse fuggire.

Il ragazzo è morto subito dopo l’arrivo dei soccorsi, mentre il presunto aggressore, ferito, era stato ricoverato in codice rosso all’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta. I Carabinieri della compagnia di Capua indagano sull’accaduto, coordinati dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere. Accertamenti sono stati avviati per capire se il 17enne lavorasse nella cucina sulla base di un contratto regolare: era stato chiamato a lavorare per la sola giornata di domenica al ristorante della masseria. Era ospite di un centro per migranti ed era giunto in aiuto al cuoco e ai suoi assistenti.

Sembra che subito dopo il fatto sia stato chiamato il 118, mentre i carabinieri sono arrivati in un secondo momento, trovando una scena del delitto in cui gli elementi di prova non emergevano con nitidezza; la forbice, che potrebbe essere l’arma del delitto, è stata rinvenuta ma sembra senza impronte. La famiglia Adinolfi proprietaria della masseria, assistita dall’avvocato Mauro Iodice, ha diffuso una nota in cui spiega che la vittima è stata contattata tramite il responsabile della comunità in cui risiede, a sua volta chiamato proprio dall’aiuto cuoco bengalese (che in passato era stato ospite della stessa comunità), cui serviva una persona in cucina per la giornata di domenica.

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