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L’agenzia Ue Frontex dietro l’ennesimo respingimento in Libia. Coinvolta la barca di Freedom Flotilla diretta a Gaza

"Quattro persone si sono gettate in mare quando sono arrivati i libici, siamo riusciti a salvarle", ha scritto su X l'eurodeputata Rima Hassan, a bordo della Madleen con Greta Thunberg.
L’agenzia Ue Frontex dietro l’ennesimo respingimento in Libia. Coinvolta la barca di Freedom Flotilla diretta a Gaza
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Dietro l’ennesimo, illegale respingimento in Libia di persone migranti c’è Frontex, l’agenzia europea della guardia di frontiera e costiera. A denunciarlo è l’equipaggio della Madleen, la barca della Freedom Flotilla Coalition che ha a bordo l’attivista svedese Greta Thunberg, partita domenica da Catania e diretta verso Gaza con un carico simbolico di aiuti umanitari. L’equipaggio della Madleen ha ricevuto da Frontex la richiesta di aiuto per un’imbarcazione di migranti in pericolo in acque internazionali e, a quanto appreso finora, a circa 100 chilometri dalle coste libiche. “Anche la milizia libica Tariq Ben Zeyad ha raggiunto l’imbarcazione”, ha poi reso noto la ong Sea Watch. “È evidente che la Tariq Ben Zeyad sia stata anch’essa allertata da Frontex, che ha così favorito il respingimento illegale in Libia”.

Raggiunta l’imbarcazione in distress, “ci stavamo preparando a fornire cibo, giubbotti di salvataggio e acqua alle persone in difficoltà quando è arrivata la Guardia Costiera”, ha raccontato via social (foto) l’eurodeputata di The Left Rima Hassan, a bordo della Madleen. “Quattro persone si sono gettate in mare quando è intervenuta la Guardia Costiera Libica, siamo riusciti a salvarle. Sono persone in fuga dal Sudan, ora con noi sulla nostra barca”, ha aggiunto più tardi, chiarendo che i militari si erano “inizialmente identificati come egiziani”. “Le restanti persone sono state catturate per essere riportate in Libia – prosegue la nota di Sea Watch -. La guardia costiera greca deve intervenire immediatamente per fermare il respingimento e trasbordare le persone soccorse, per permettere alla Madleen di continuare la sua navigazione verso Gaza”.

“Se queste persone vengono rimpatriate in un Paese di origine non sicuro, ciò è illegale ai sensi del diritto internazionale”, ha scritto l’eurodeputata Hassan riferendosi alla violazione della Convenzione di Ginevra che vieta il respingimento verso territori dove la vita o libertà sarebbero minacciate, come di fatto avviene in Libia. “È importante ricordare che l’Unione Europea finanzia le Guardie Costiere nel Mediterraneo che partecipano a respingimenti illegali”, conclude la nota di The Left. Dall’inizio dell’anno al 31 maggio scorso, almeno 233 persone sono morte e 225 risultano disperse sulla rotta del Mediterraneo centrale, ha reso noto l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) in Libia nel suo ultimo aggiornamento. Nello stesso periodo, precisa l’agenzia dell’Onu, i migranti intercettati in mare e riportati in Libia sono stati 9.585, di cui 8.147 uomini, 960 donne, 333 minori e 145 di cui non si conoscono i dati di genere.

Prima dell’operazione di soccorso, la notte del 3 giugno, Freedom Flotilla aveva riferito di un drone che aveva raggiunto e sorvolato più volte la Madleen. Anch’esso un drone di Frontex, tra i tanti acquistati dall’agenzia per pattugliare il Mediterraneo, imbarcazioni di migranti comprese. Inizialmente, non potendo identificare il drone, l’equipaggio ha temuto tanto da indossare subito i giubbotti di salvataggio. Altre navi umanitarie dirette a Gaza, del resto, hanno subito attacchi da parte di droni armati. “A Maggio, droni israeliani hanno bombardato la “Conscience” in acque europee, ma questo non ci fermerà“, erano tornati a denunciare gli attivisti prima della partenza. Secondo la Freedom Flotilla Coalition, la nave Madleen ha poche probabilità di arrivare a Gaza. Il 4 giugno Israele si è detto “pronto ad agire” per fermare la Freedom Flotilla. “Abbiamo acquisito esperienza negli ultimi anni e agiremo di conseguenza”, ha dichiarato al Times of London il portavoce delle Forze di Difesa israeliane (Idf), Effie Defrin. Nondimeno, “dobbiamo continuare a provare, perché il momento in cui smettiamo di provarci è quello in cui perdiamo la nostra umanità”, aveva detto una Greta Thunberg emozionata fino alle lacrime prima della partenza.

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