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Ultimo aggiornamento: 10:21 del 1 Giugno

Gaza, Canfora sul Nove: “Lo Stato di Israele è l’erede del Terzo Reich e produce una politica di genocidio come facevano i nazisti”

Lo storico e filologo ad Accordi&Disaccordi ha anche detto che "non ci sono più strumenti per fermare la catastrofe nella Striscia: la carestia è un punto di non ritorno"
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Lo Stato di Israele è l’erede del Terzo Reich e produce una politica di genocidio esattamente come il Terzo Reich”. Così Luciano Canfora ospite di Accordi&Disaccordi, il talk condotto da Luca Sommi sul Nove con la partecipazione di Marco Travaglio e Andrea Scanzi ha commentato la situazione nella Striscia di Gaza. “C’è una opposizione interna ridicola che si occupa dei propri problemi, ma non insorge contro il genocidio e le potenze occidentali che fingono di opporsi. – ha spiegato lo storico e filologo – Hanno messo le sanzioni a singoli coloni, i quali evidentemente stanno ancora ridendo per essere stati sanzionati da non so quale governo degli Stati Uniti o di altro paese nobile che assiste tranquillamente a questo genocidio”, ha detto il professore riferendosi a decisione presa da Joe Biden nel febbraio 2024 e più recentemente dal premier britannico Keir Starmer il 20 maggio scorso, ma solo nei confronti dei leader più violenti ed estremisti dei coloni come Daniella Weiss. Secondo Canfora “come il Terzo Reich fu impunemente lasciato procedere, così impunemente si lascia procedere una politica che a suo modo è ormai in stato avanzatissimo. Non ci sono più strumenti per fermarla, non ci sono. I nostri giornali dicono che c’è la carestia nella Striscia di Gaza. È vero che l’impudicizia è una caratteristica del giornalismo di regime, ma la carestia mi pare un punto di non ritorno. Dopodiché aspettiamo il prossimo pensiero di Macron per commentarlo e riempire il vuoto”, ha concluso il professore ironizzando sulle dichiarazioni prive di conseguenze reali come quella del presidente francese che da Singapore ha annunciato di voler riconoscere lo Stato palestinese, azione tanto simbolica quanto inutile sul piano del miglioramento reale della situazione dei civili a Gaza.

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