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Ultimo aggiornamento: 8:47 del 28 Maggio

Gaza, Montanari: “Chi usa la parola ‘genocidio’ va rispettato, non criminalizzato”. Scontro con Gruber e Mieli

Nuova polemica sulla parola-tabù “genocidio”: Gruber e Mieli contestano Montanari
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Dopo le recenti tensioni scoppiate a L’Aria che tira (La7) con il deputato di Forza Italia Giorgio Mulè, la parola “genocidio” torna a far discutere sull’emittente di Cairo. Stavolta è accaduto a Otto e mezzo, dove la conduttrice Lilli Gruber e il giornalista Paolo Mieli hanno contestato Tomaso Montanari, rettore dell’Università per Stranieri di Siena, per aver utilizzato il termine in riferimento alle stragi israeliane a Gaza.
Fulcro del dibattito è la manifestazione di Pd, M5s e Avs in difesa delle vittime civili nella Palestina, prevista per il prossimo 7 giugno. Mieli assicura che ci sarà, purché siano ricordati gli ostaggi israeliani: “Se deve essere una manifestazione per Hamas, me ne vado. Chiaro?“.

Montanari replica: “David Grossman, che non è l’ultimo arrivato in Israele, né è accusabile di antisemitismo. ha detto che ciò che ha fatto Hamas, alla luce dei crimini di Israele, oggi è irrilevante. La scala dimensionale è quella di un genocidio, parola che non si poteva pronunciare senza essere accusati di antisemitismo. . Oggi la parola genocidio è pronunciata dalla realtà. E si stanno svegliando tutti”.
Insorge immediatamente Gruber: “Io però non uso qui la parola ‘genocidio’. È uno sterminio evidente sotto gli occhi di tutti”.
Stessa protesta di Mieli che chiede a Montanari: “Ma che bisogno c’è di pronunciare proprio quella parola?”.
“Sì, lasciamo stare quella parola”, ripete Gruber.
“Perché genocidio, campi di concentramento, soluzione finale? – continua Mieli – Ci sono tante parole per qualificare un errore e si devono scegliere quelle della Shoah? Tu capisci l’implicazione, no?”.

“Vedo che gli argomenti sono sempre gli stessi – ribatte Montanari – Il genocidio non è solo quello della Shoah, è quello tibetano, è quello armeno, ce ne sono molti altri. E il punto, come è stato documentato presso la Corte che dovrà decidere con argomenti che hanno fatto ritenere plausibile questa accusa, riguarda il fatto che scientemente si prova a cancellare un popolo, se ne distrugge il patrimonio culturale, lo si affama – prosegue – Ci sono anche le dichiarazioni dei vertici dello Stato di Israele che hanno detto di ritenere responsabili persino i bambini. Ci sono una serie di argomenti forti. Io non ho nessuna pretesa che voi usiate la parola genocidio. Ma credo che chi la usa non solo non possa essere criminalizzato, ma debba essere rispettato“.

Gruber lo interrompe ancora: “Sì, ma non è meno grave quello che sta succedendo”.
“Non sarà meno grave ma le cose si chiamano con il loro nome“, replica Montanari.
“Non voglio fare un dibattito sulla parola genocidio o meno”, ribatte Gruber che chiede a Montanari se la manifestazione del 7 giugno per Gaza rischi di diventare un corteo pro Hamas.
“No, questa è una domanda che respingo – risponde Montanari – perché è una domanda che strumentalizza, mentre il vero pericolo riguarda le nostre coscienze: è il rischio che noi non stiamo facendo nulla per impedire la cosa più gigantesca che accade nel nostro tempo. E stiamo a discutere se in una manifestazione ci sarà la voce di qualche idiota che inneggerà Hamas? Allora guardiamo il dito e non la luna”.

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