Emissioni nette di gas a effetto serra, l’Ue: “Sulla buona strada per riduzione del 54% per il 2030”
Una buona notizia per l’ambiente e per l’Unione europea, i progressi sono tanti ma ci sono sfide ancora aperte da vincere. Ma continuando ad attuare “in pieno” i piani nazionali e le politiche comunitarie, l’Unione europea è “sulla buona strada” per ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra del 54% per il 2030. È solo un punto in meno del target di riduzione del 55% dai livelli del 1990 previsto dalla Legge Ue sul clima. Un dato che arriva dalla Commissione nella valutazione dei piani nazionali per l’energia e il clima, consegnati a giugno scorso e contenenti le tabelle di marcia su come i Paesi contribuiscano agli obiettivi su energia e clima. Al 2023, le emissioni nette di gas serra dell’Ue sono calate del 37% dal 1990 pur con un aumento del Pil del 68%.
Bruxelles ha valutato in tutto 23 su 27 Piani nazionali per l’energia e il clima, perché Belgio, Estonia e Polonia non hanno ancora presentato i loro ‘Pnec’ definitivi, mentre la valutazione della Slovacchia è ancora in corso. La Commissione Ue certifica un netto miglioramento rispetto a una prima analisi effettuata sulle bozze dei piani risalente a dicembre 2023 che stimava una traiettoria vicina a una riduzione del 51% di emissioni al 2030.
In miglioramento gli sforzi dei Paesi Ue in termini di energie verdi, con un allineamento all’obiettivo vincolante per le rinnovabili del 42,5% entro il 2030 e divario di ambizione di appena l’1,5%. “Se gli Stati membri realizzeranno le loro proiezioni più ambiziose, l’Ue ha il potenziale di superare l’obiettivo”, commenta Bruxelles nel documento. Progressi anche per le emissioni dei trasporti, edifici, agricoltura, rifiuti e piccola industria – i settori coperti dal regolamento sulla condivisione degli sforzi – che, secondo le previsioni, dovrebbero diminuire di circa il 38% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005, sfiorando l’obiettivo del 40%.
Dall’Ue arriva l’invito a mettere in campo “un’azione più decisa” in termini di risparmio dei consumi energetici, in particolare puntando sulle ristrutturazioni degli edifici. La traiettoria dei Pnec porterebbe a miglioramenti dell’efficienza energetica del 8,1% del consumo finale di energia, ancora lontano dall’obiettivo dell’11,7% imposto dalla direttiva Ue (con un divario di 31,1 tonnellate equivalente di petrolio). Un’accelerazione è richiesta anche sull’assorbimento di CO2 attraverso uso del suolo, dei cambiamenti di uso del suolo e delle foreste, in cui Bruxelles stima un divario di circa 45-60 milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente (MtCO2eq), rispetto all’obiettivo fissato dal pacchetto sul clima ‘Fit for 55’ che prevede assorbimenti netti di gas a effetto serra pari almeno a 310 milioni di tonnellate di CO2 equivalente per il 2030. Bruxelles assicura che “continuerà a sostenere gli sforzi degli Stati membri nell’attuazione e nel colmare le lacune rimanenti”.
“L’Unione europea ha già ridotto le emissioni del 37% rispetto ai livelli del 1990, dell’8% nel solo 2023, e siamo sulla buona strada per continuare su questa tendenza. Se continuiamo su questa traiettoria, sono fiducioso che riusciremo a raggiungere” l’obiettivo di ridurre le emissioni del “55% entro il 2030 – ha detto il commissario Ue al Clima, Wopke Hoekstra, in conferenza stampa – L’ambizione sulla carta deve ora essere accompagnata da azioni concrete”, ha puntualizzato il commissario, secondo cui “fissare un obiettivo chiaro per il 2040 garantirà la prevedibilità delle azioni post-2030, rafforzerà la fiducia degli investitori e sosterrà ulteriormente il conseguimento dei nostri obiettivi per il 2030”.
L’Unione europea “può raggiungere” il target di riduzione delle emissioni “del 55%” al 2030 e “dobbiamo creare le condizioni per arrivare al 90% entro il 2040. La competitività, la sicurezza, la creazione di ricchezza e l’inclusività dipendono dalla nostra capacità di portare avanti un piano d’azione politico coerente e globale – ha detto la vicepresidente della Commissione Ue per la transizione pulita, Teresa Ribera – L’Europa sta dimostrando che obiettivi affidabili e prevedibili basati su dati scientifici e una regolamentazione adeguata danno risultati concreti”.