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“Da voi nessuna azione significativa per Gaza”: lettera di oltre duemila dipendenti Ue alle istituzioni

Porta la firma dell’EU Peace Staff, che già nel maggio 2024 aveva sollecitato le istituzioni europee a "intraprendere azioni concrete"
“Da voi nessuna azione significativa per Gaza”: lettera di oltre duemila dipendenti Ue alle istituzioni
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Dall’Unione Europea arrivano solo “dichiarazioni di preoccupazione” su Gaza, “con poche o nessuna azione significativa”. Non solo: “le istituzioni non sono riuscite a far valere la loro l’influenza politica, diplomatica ed economica per migliorare la situazione” nella Striscia, ed è “anche questa inazione” ad aver “contribuito a creare un clima di irresponsabilità che ha portato all’invasione su larga scala”. La critica, pesante, alle istituzioni comunitarie arriva da oltre duemila dei suoi dipendenti ed è indirizzata ai vertici europei: porta la firma dell’EU Peace Staff, che già nel maggio 2024 aveva sollecitato le istituzioni europee a “intraprendere azioni concrete”.

“Da allora – si spiega nella missiva – oltre duemila dipendenti dell’Unione europea hanno appoggiato la nostra iniziativa firmando la lettera – un’indicazione della crescente frustrazione provata da molti dipendenti pubblici che lavorano nelle istituzioni europee di fronte al peggioramento delle condizioni umanitarie a Gaza”. I funzionari lamentano il “ritardo devastante” con cui l’Ue ha deciso di avviare una revisione del rispetto da parte di Israele dei suoi obblighi di diritto internazionale, come indicato nell’accordo di associazione Ue-Israele. “Nel complesso – si legge ancora – notiamo che le azioni delineate nella vostra risposta si sono dimostrate inadeguate ad alleviare la situazione sul campo o a sostenere le norme internazionali e lo Stato di diritto, in conformità con i principi e le linee guida dell’Ue sulla promozione del rispetto del diritto umanitario internazionale“.

I funzionari esprimono quindi preoccupazione per “l’apparente doppio standard nella cooperazione dell’Ue con la Corte penale internazionale“, scrivono facendo riferimento al mandato di cattura nei confronti del premier israeliano, che molti Paesi Ue hanno dichiarato non avrebbero rispettato. L’Ungheria, addirittura, ha ospitato Netanyuahu ad aprile, con un plateale schiaffo ai giudici dell’Aja. “Ci rammarichiamo – scrivono – che quando diversi leader dell’Ue hanno ventilato la possibilità di ospitare visite del latitante Benjamin Netanyahu, tali prospettive non siano state prontamente condannate dall’Alto rappresentante, ma siano state invece ampiamente ignorate“.

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