Processo alle curve di San Siro, chiesto il carcere per i capi ultras: 10 anni per Lucci, 9 per Beretta

Il carcere per i capi ultras di San Siro. Il pm della Dda di Milano Paolo Storari ha chiesto 10 anni di reclusione per Luca Lucci, capo della Curva Sud del Milan, imputato come mandante del tentato omicidio dell’ultras Enzo Anghinelli e di associazione per delinquere finalizzata ad aggressioni ed estorsioni. Stessa richiesta anche per il suo braccio destro Daniele Cataldo, vice di Lucci e ritenuto l’esecutore materiale del tentato omicidio del 2019. Per quanto riguarda invece gli ultras dell’Inter, Storari ha chiesto una condanna a 9 anni di reclusione per Andrea Beretta, ex capo della Curva Nord e ora collaboratore di giustizia, imputato per aver ucciso a settembre Antonio Bellocco, anche lui nel direttivo nerazzurro e rampollo della ‘ndrangheta, e per associazione a delinquere con aggravante mafiosa. Chiesti invece 8 anni per Marco Ferdico, anche lui tra i leader del direttivo della Nord prima degli arresti dello scorso settembre.
Le richieste sono arrivate nella requisitoria nell’aula bunker davanti al carcere di San Vittore davanti alla gup Rossana Mongiardo nel processo con rito abbreviato sulle curve di San Siro. Chieste altre condanne per ultras milanisti: poi arriveranno le richieste anche per quelli interisti. Storari, con i colleghi Sara Ombra e Leonardo Lesti, ha coordinato l’operazione ‘Doppia Curva’ di squadra mobile e guardia di finanza per associazione a delinquere (aggravata dall’agevolazione mafiosa della cosca di ‘ndrangheta dei Bellocco per la curva dell’Inter), lesioni, percosse, estorsioni, resistenza a pubblico ufficiale oltre al tentato omicidio di Enzo Anghinelli nel 2019 e l’omicidio di Antonio Bellocco il 4 settembre 2024 a Cernusco sul Naviglio. I club sono costituti parte civile.
Sono stati chieste condanne a 4 anni e 6 mesi per Fabiano Capuzzo e Alessandro Sticco, 3 anni e 4 mesi per Islam Hagag e Luciano Romano, tutti membri del direttivo della curva sud ritenuta dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano un’associazione a delinquere. Per tutti sono state chieste pene accessorie e libertà vigilata dopo aver scontato la condanna: per Lucci e Cataldo è stata chiesta la libertà vigilata per 4 anni. Altri tre membri del tifo organizzato rossonero – il fratello di Lucci, Francesco Lucci, l’ex bodyguard di Fedez, Christian Rosiello e l’ultrà Riccardo Bonissi – sono a processo in un filone separato nato come dibattimento ordinario e poi trasformato in abbreviato dopo la modifica del capo d’imputazione. Martedì la pubblica accusa ha chiesto per loro pene fra i 6 anni e 10 mesi e i 4 anni e mezzo.
Il processo alle curve
Il processo con rito abbreviato a porte chiuse, con più filoni e davanti alla gup Rossana Mongiardo, è scaturito dal maxi blitz di Polizia e Gdf di fine settembre scorso che aveva portato a 19 arresti, ma anche da altre operazioni nei mesi seguenti. Uno dei capitoli del processo è appunto anche il tentato omicidio dell’ultras rossonero Enzo Anghinelli del 2019, rimasto un cold case per anni e poi risolto nei mesi scorsi, contestando il ruolo di mandante al capo della Sud milanista Luca Lucci (che ha provato a difendersi da tutte le accuse con un lungo esame in aula) e di esecutore materiale (un altro deve essere ancora trovato) al suo vice Daniele Cataldo. Anghinelli si era salvato per miracolo dopo che aveva ricevuto colpi di pistola alla testa, in zona Porta Romana. In più, ci sono le accuse di associazione per delinquere, perché la Sud, guidata da Lucci, si sarebbe mossa con aggressioni, anche agli steward dello stadio Meazza, ed estorsioni per i business collegati. Gli ultras nerazzurri sono accusati di associazione anche con l’aggravante mafiosa. Tra gli imputati Andrea Beretta, ex capo della Nord e ora collaboratore di giustizia, che deve rispondere pure dell’omicidio dello ‘ndranghetista Antonio Bellocco del 4 settembre scorso.