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Identificati perché fanno volantinaggio per il referendum. La Cgil denuncia: “Non è la prima volta in questi giorni”

Natale Di Cola, segretario del sindacato nel Lazio: "Abbiamo scritto al questore, è inaccettabile". Fratoianni: "Atti intimidatori"
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Un normale volantinaggio per la campagna referendaria davanti a un supermercato interrotto dall’identificazione della polizia. E’ successo ad alcuni sindacalisti della Cgil di Roma che avevano deciso di informare i cittadini di passaggio davanti a un punto vendita in via Casilina, nella zona Est della città. Nessuna attività sospetta, insomma: solo la promozione dei cinque referendum popolari dell’8 e 9 giugno. “Non è la prima volta che accade in questi giorni – denuncia Natale Di Cola, segretario generale della Cgil del Lazio – Non è la prima volta che accade in questi giorni. Mentre le autorità di Governo invitano all’astensione e al boicottaggio della democrazia, c’è chi s’inventa provvedimenti per vietare e limitare le propaganda elettorale e le forze dell’ordine identificano a tappeto attivisti solo perché danno un volantino informativo, chiedendo autorizzazioni non previste da nessuna normativa. È un clima che non ci piace ma non ci lasciamo né fermare, né intimidire. Abbiamo già scritto al Questore di Roma perché è inaccettabile che praticare e far vivere la democrazia sia trattato come un problema di ordine pubblico”.

Il segretario di Sinistra Italiana Nicola Frotianni aggiunge: “Sono settimane che ci arrivano segnalazioni di identificazioni, con la scusa di mancate autorizzazioni che non esistono. Non penso sia l’eccessivo zelo di qualche poliziotto o carabiniere a determinare quelli che sembrano veri e propri atti intimidatori. E d’altra parte, se uno legge le dichiarazioni di La Russa, che è in questo momento la seconda carica dello Stato e che invita a disertare il voto sul referendum, capisce bene che a destra hanno paura dei referendum e vogliono evitare il più possibile che se ne parli”.

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