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Il Financial Times accusa Israele e i governi occidentali. “Silenzio vergognoso su quanto accade a Gaza”

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Il londinese Financial Times, il più importante quotidiano economico-finanziario al mondo, prende una posizione netta contro Israele in merito a quanto sta accadendo a Gaza e sull’inazione di Stati Uniti e paesi europei. Lo fa con un’analisi attribuita all’ Editorial Board, che esprime quindi la posizione ufficiale della testata, intitolato The West’s shameful silence on Gaza, il vergognoso silenzio dell’Occidente su Gaza.

“Da due mesi Israele blocca la consegna di tutti gli aiuti nella Striscia di Gaza, dove i tassi di malnutrizione infantile sono in aumento e gli allarmi sulla carestia si fanno sempre più forti. Dopo 19 mesi di conflitto che ha ucciso decine di migliaia di palestinesi e suscitato accuse di crimini di guerra contro Israele, Benjamin Netanyahu si prepara nuovamente a intensificare l’offensiva israeliana a Gaza (….). Questo sarebbe un disastro per 2,2 milioni di abitanti di Gaza che hanno già sopportato sofferenze inimmaginabili”, esordisce l’editoriale.

“Ogni nuova offensiva rende più difficile non sospettare che l’obiettivo finale della coalizione di estrema destra di Netanyahu sia quello di rendere Gaza inabitabile e cacciare i palestinesi dalla loro terra”, osserva il Financial Times. Poi l’affondo contro le capitali occidentali: “Eppure gli Stati Uniti e i paesi europei che dipingono Israele come un alleato che condivide i loro valori hanno pronunciato a malapena una parola di condanna. Dovrebbero vergognarsi del loro silenzio e smettere di permettere a Netanyahu di agire impunemente”.

Il giornale della City riepiloga poi le dichiarazioni e le azioni contraddittorie di Donald Trump da quando è entrato alla Casa Bianca e nota: ” A marzo, Israele ha annullato il cessate il fuoco nel tentativo di modificare i termini dell’accordo, con il sostegno di Washington. Da allora, alti funzionari israeliani hanno dichiarato di star attuando il piano di Trump per il trasferimento dei palestinesi da Gaza”.

Netanyahu insiste sulla necessità di un’offensiva allargata per distruggere Hamas e liberare i 59 ostaggi rimasti. La realtà è che il primo ministro non ha mai elaborato un piano chiaro da quando l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 ha ucciso 1.200 persone e ha innescato la guerra. Il giornale non manca di rimarcare l’ipocrisia di molti paesi mediorientali. “I leader arabi sono infuriati per quanto Netanyahu sta facendo a Gaza, eppure festeggeranno l’arrivo di Trump con sontuose cerimonie, con promesse di investimenti multimiliardari e accordi per il commercio di armi”.

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