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Giustizia

Ultimo aggiornamento: 19:21 del 29 Aprile

Ucciso per una scarpa sporca nel Napoletano, 17enne condannato a 18anni e 8 mesi. La rabbia della famiglia

Esplode la rabbia della famiglia fuori dal tribunale
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Diciotto anni e otto mesi di reclusione al 17 enne accusato dell’omicidio di Santo Romano, il giovane di 19 anni ucciso con un colpo di pistola a San Sebastiano al Vesuvio la notte tra l’1 e il 2 novembre 2024 al culmine di una banale lite nata per una scarpa sporcata. Una condanna che pur essendo maggiore dei 17 anni di reclusione chiesti dal sostituto procuratore ha suscitato l’ira dei parenti che considerano troppe mite il verdetto (il massimo della pena era di 20 anni perché l’imputato ha scelto il rito abbreviato, riducendo la pena totale di un terzo, ndr) e temono sconti per il futuro. “La giustizia ha fallito di nuovo – ha detto Filomena Di Mare, madre della vittima all’uscita dal Tribunale – è uno schifo, per questo i minorenni continuano ad ammazzare”. Intanto mentre nelle aule del Tribunale per i minorenni si svolgeva il processo di primo grado in cui l’unico imputato era il giovane 17enne del quartiere di Barra, fuori ad attendere il verdetto c’erano un centinaio di ragazzi che al grido ‘giustizia’ hanno accompagnato la famiglia della vittima all’interno della struttura ai Colli Aminei. “Siamo l’esercito di Santo – ci dice uno dei giovani – io e molti altri qui non lo conoscevamo nemmeno ma il suo omicidio ci ha scosso così tanto che abbiamo fatto rete e ci siamo organizzati da diverse parti d’Italia per stare vicino alla famiglia e agli amici in questo momento difficile, per manifestare affinché non si ripeta più una tragedia simile e per far sì che le pene si scontino tutte senza sconti”.

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