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Tennisti osservati mentre fanno la doccia: la nuova regola antidoping

La nuova norma introdotta dall'Itia che "chiede gentilmente ai giocatori di fare la doccia mantenendosi sempre sotto la vista dell'accompagnatore che li osserva"
Tennisti osservati mentre fanno la doccia: la nuova regola antidoping
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“Ti devono guardare mentre la fai”, aveva detto Matteo Berrettini lo scorso marzo ospite al podcast Tintoria in merito alle procedure anti doping a cui devono sottostare i tennisti. Ora però, i giocatori dovranno essere guardati anche mentre faranno la doccia. L’ITIA (International Tennis Integrity Agency) ha informato che è entrata in vigore nuova regola relativa all’anti doping la quale stabilisce che se i tennisti scelgano, dopo aver giocato una partita, di farsi la doccia prima di consegnare il proprio campione di urina, dovranno restare per tutta la durata della doccia sotto l’occhio attento degli addetti al prelievo.

“L’ITIA e in precedenza l’ITF hanno lavorato instancabilmente per garantire che le docce post-partita possano costituire un ritardo ammissibile per i controlli antidoping, soprattutto quando l’assenza di una doccia può avere un effetto negativo sulla salute e il benessere di un giocatore – si legge nella nota diffusa dall’ITIA – Tuttavia, fare la doccia non è un diritto. Per questo motivo, l’ITIA chiede gentilmente ai giocatori di fare la doccia mantenendosi sempre sotto la vista dell’accompagnatore che li osserva. Se un giocatore si sente a disagio nell’essere osservato mentre fa la doccia, suggeriamo di valutare se sia necessario farsi la doccia prima di fornire il campione per il controllo antidoping. La mancata visione da parte dell’accompagnatore sarà presa molto seriamente dall’ITIA”.

Lo scopo del provvedimento è fare in modo che sotto la doccia non si possa urinare o compiere altri gesti di nascosto che possano compromettere il prelievo successivo. Nel racconto menzionato in precedenza sulla procedura riguardante i controlli anti doping nel tennis, Berrettini aveva dichiarato: “In passato le persone dopate avevano dei trabiccoli con dei peni finti, delle protesi e versavano la pipì di un altro, pulita. L’avevano nei pantaloni e per questo ora gli addetti ai controlli si assicurano bene”.

Poco dopo l’ufficialità, tante critiche sono però giunte nei confronti di questa nuova norma al punto che l’ITIA ha rilasciato un’ulteriore spiegazione in merito: “Riconosciamo che alcuni aspetti del processo di test antidoping sono scomodi. Tuttavia, come in tutti gli sport conformi alle disposizioni dell’Agenzia mondiale antidoping, i giocatori che vengono avvisati per un test dopo una partita vengono tenuti sotto osservazione in ogni momento da un accompagnatore anti doping fino al completamento del test. Si tratta di un requisito del Codice mondiale antidoping”.

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