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Parma, inaugurato il primo casello della TiBre: l’autostrada (solo 8 km su 80 previsti) che “finisce in campagna”

A 51 anni dalla firma del progetto e a 8 dall’avvio del cantiere, aperto il primo tratto della Tirreno Brennero tra le proteste di sindaci e ambientalisti. E sul futuro nessuna certezza
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Un misto di silenzio e imbarazzo, entrambi comprensibili, si è respirato all’inaugurazione, senza una vera cerimonia e men che meno il consueto taglio del nastro, del primo casello del Tirreno Brennero a Sissa-Trecasali, nel Parmense. Il TiBre è il corridoio autostradale che una volta terminato, chissà quando, andrà a collegare la Cisa (A15, Parma-La Spezia), nel punto in cui connette con l’Autosole (A1, Milano-Napoli) con l’autostrada del Brennero (A22). Lunga oltre 80 chilometri, una volta terminata, pochi giorni fa è stato aperto il primo tratto, poco più di otto chilometri. Un decimo della lunghezza complessiva. Ma soprattutto a 51 anni dalla firma del progetto (primo luglio 1974) e ad otto dall’avvio del cantiere (2017).

Un momento a suo modo storico per questo territorio, ma quasi nessuno sembra essersene accorto. Tuttavia qualcosa è certamente cambiato (in peggio) per il Comune di Torrile, paese limitrofo a Sissa, e il motivo lo spiega a ilfattoquotidiano.it il sindaco Alessandro Fadda, che è anche presidente della Provincia di Parma: “L’apertura del casello non è un’opportunità né di crescita economica, né sociale e né turistica. Perché finisce in aperta campagna e non prevede un collegamento serio con i centri urbani. E aggiungo: l’apertura di questo casello farà sì che in otto minuti i camion potranno essere davanti al nostro edificio scolastico, la nostra scuola elementare, con tutte le conseguenze del caso”. Quindi un ragionamento in prospettiva: “È necessario ragionare velocemente per arrivare al compimento di un’opera che il nostro territorio aspetta da anni – conclude Fadda – ossia un collegamento che consenta ai mezzi pesanti di spostarsi in sicurezza senza arrecare danno alla nostra collettività”.

Per il futuro, comunque, nulla è definito. A partire dalle risorse: servono 2,7 miliardi di euro totali con 900 milioni di contributo statale. Una stima che risale al 2010 e da allora i costi sono ovviamente lievitati. “Da parte nostra è comunque un giorno importante – spiega l’ad della concessionaria Salt (Società Autostrada Ligure Toscana) Daniele Buselli al quotidiano online OglioPoNews – perché per una concessionaria di non grandi dimensioni come la nostra è un lavoro significativo: l’autostrada era pronta già nel 2022, poi in questi tre anni sono intervenute verifiche e ora ci siamo. Siamo ovviamente ben disposti anche qualora ci fosse l’ok del Ministero per realizzare altri lotti”.

Pochi giorni prima dell’apertura del casello di Sissa, la consigliere comunale Sara Tonini aveva scritto un post su Facebook assai critico verso l’opera: “Ci siamo dovuti letteralmente bere un’opera assolutamente non voluta e che ha devastato il territorio. Domani vedremo la sua apertura nella lussureggiante campagna di San Quirico, ma questo non è lo scandalo più grande, lo è l’averla fatta iniziare ben sapendo che non ci sarebbero stati imminenti ulteriori finanziamenti. Adesso ci troveremo un aumento del traffico pesante che devasterà le strade comunali e provinciali, oltre ad inevitabili problemi ambientali”. Per Chiara Bertogalli (Legambiente Parma), quest’opera è “soltanto consumo di suolo e non verrà mai conclusa”. Secondo l’ambientalista Cesare Vacchelli (coordinamento comitati contro le autostrade Cremona-Mantova e Tirreno Brennero), interpellato da ilfattoquotidiano.it, “oggi è necessario, come peraltro già previsto dalla delibera Cipe del 2010 di approvazione del progetto definitivo del primo lotto in questione, riqualificare un tratto di viabilità esistente per collegare in modo razionale questo casello con quello di Reggiolo sulla A22, dando vita così al cosiddetto ‘TiBre basso’, rendendo ancora più inutile, se possibile, il suo completamento fino a Nogarole Rocca e al tempo stesso anche la realizzazione della prevista autostrada regionale Cremona Mantova”. Progetto autostradale, quest’ultimo, di cui si parla da molti anni anche in Regione Lombardia, che per un tratto andrebbe a sovrapporsi alla TiBre (otto chilometri tra i paesi di Calvatone, Cremona, e Marcaria, Mantova) e verso la cui realizzazione i comitati ambientalisti sono fortemente contrari.

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