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Inter, che brividi: pareggia 2-2 a San Siro col Bayern Monaco ed è in semifinale di Champions League

Nel penultimo atto della coppa, i nerazzurri affronteranno il Barcellona di Yamal
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L’Inter torna fra le prime quattro d’Europa. Lo fa con tutta la sofferenza possibile, con il cuore e con i centimetri decisivi in una sfida così fisica. Strappando al Bayern un pareggio casalingo che però sommato alla vittoria di Monaco vale un’altra semifinale di Champions League, la seconda nel giro di tre anni per Simone Inzaghi. Un risultato incredibile.

Il ritorno a San Siro finisce 2-2, con le reti su calcio d’angolo di Lautaro e Pavard, in mezzo ai gol tedeschi di Kane e Dier, che hanno prima spaventato e poi quasi terrorizzato i nerazzurri. Poteva sembrare fatta dopo l’andata, ma quel preziosissimo 1-2, per quanto meritato, era anche ingannevole e chiunque avesse visto la partita lo sapeva. Sembrava davvero fatta a mezzora dalla fine, quando dopo lo svantaggio iniziale i nerazzurri erano riusciti a ribaltare il punteggio con un uno-due terribile in una manciata di minuti. E invece l’Inter se l’è dovuta sudare fino all’ultimo secondo dei sei minuti di recupero, quando il Bayern ha avuto ancora l’occasione per prolungare la sfida ai supplementari.

Gli elementi in fondo c’erano già tutti nella gara d’andata. Il grande talento offensivo dei tedeschi, in grado di imprimere ritmi forsennati e trame sopraffine nonostante l’assenza di Musiala. Ma pure le loro sofferenze difensive, la solidità dei nerazzurri, soprattutto la capacità di soffrire e di reagire alle difficoltà, di nuovo decisiva. A Milano danno vita ad una partita pazza, vissuta tutta sulle montagne russe, a fasi, poi addirittura ad azioni, una da una parte e una dall’altra, senza esclusione di colpi, sempre nell’equilibrio. E infatti alla fine risulterà decisivo proprio quel gol di Frattesi che aveva deciso allo scadere il match in Baviera.

Stavolta copione ancora più estremo. Pressing tedesco davvero feroce per tutta la gara salvo poche pause, e anche spregiudicato, con la linea difensiva attaccata a quella di metà campo. Inzaghi lo accetta, consapevole che potrebbe bastare una singola combinazione ben riuscita per andare in porta in contropiede, sfruttando soprattutto le difficoltà dei due centrali Kim e Dier, in costante affanno nell’uno contro uno con Thuram e Lautaro. Praticamente solo con questo schema l’Inter è riuscita a placare gli avversari.

Dopo un avvio sofferto, in cui serve subito una lettura di Bastoni per salvare su Olise, i nerazzurri provano a prendere in mano il match e imporgli un ritmo più congeniale. Così Thuram non trova di millimetri il tap-in decisivo in mischia, Calhanoglu sfiora l’incrocio con un destro dei suoi. Ma anche nel momento più favorevole, i tedeschi sono in grado di costruire una palla gol colossale, con Müller e Sane murati praticamente a colpo sicuro nell’area piccola.

Si procede nell’equilibrio, anche nella ripresa. Purtroppo per l’Inter lo spezza subito il Bayern, quando pure i nerazzurri erano rientrati in campo con buon piglio, per provare a chiudere i giochi. E invece passano i tedeschi, con Kane, marcato troppo teneramente da Dimarco: semplice il diagonale che gli passa in mezzo alle gambe e batte Sommer. Sembra tutto da rifare, e invece proprio nel momento più difficile l’Inter costruisce la sua impresa. Perché è squadra vera, anche un po’ fortunata: trova immediatamente il pareggio con Lautaro, praticamente con un rimpallo, e poi addirittura il raddoppio, col grande ex Pavard, ancora dalla bandierina.

Sarebbe il colpo del ko per chiunque, non per il Bayern, non in questa partita senza troppa logica. Stavolta la buona sorte spinge un po’ i tedeschi e una sponda di Dier, che invece di finire in mezzo all’area si infila in porta. Manca ancora un quarto d’ora, è lunghissima, adesso l’Inter anche un po’ stanca. Ma alla fine lo è anche il Bayern, che non riesce a produrre l’ultimo sforzo fino davvero allo scadere, nel recupero, quando nel delirio conclusivo si ritrova per due volte nell’area piccola di Sommer. L’Inter prega, si salva, si qualifica. È in semifinale di Champions. Di nuovo contro il Barcellona, come nell’anno del Triplete. Un Barcellona ovviamente diverso, comunque stellare ma per certi versi vulnerabile. L’avversario fra gli avversari di questo finale di stagione da brividi. O tutto o niente. È il destino che si è scelto l’Inter di Simone Inzaghi.

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