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“Non cambio opinione”: Federica Pellegrini replica alle critiche per le frasi (non corrette) su Sinner

L'ex nuotatrice accusa: "Atteggiamento aggressivo nei miei confronti". Aveva detto che l'altoatesino è stato trattato diversamente rispetto agli altri atleti
“Non cambio opinione”: Federica Pellegrini replica alle critiche per le frasi (non corrette) su Sinner
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“Rimango della mia pacata opinione, nonostante il vostro modo di porvi nei miei confronti continui ad essere aggressivo/repressivo. Non ho altro da aggiungere“. Con questo post pubblicato sul proprio account X, Federica Pellegrini ha risposto alle critiche per aver detto che Sinner è stato trattato diversamente dal 99% degli altri atleti” nel corso di un’intervista concessa a La Repubblica ieri, 11 aprile 2025.

Jannik è molto amato e dunque viene difeso sotto ogni aspetto, a prescindere, e questo lo trovo giusto. Ma credo che la sua vicenda sia stata trattata diversamente dal 99% dei casi“, aveva dichiarato l’ex campionessa di nuoto. Una frase difficile da condividere, almeno sulla base dei fatti emersi: per Sinner, come per tutti gli altri atleti, è stata chiesta la sospensione dell’attività agonistica dopo la sua positività. Il tennista però ha presentato ricorso, fornendo subito le prove di una contaminazione involontaria: il ricorso è stato accettato. E il successivo processo ha sancito che non c’è stata “nessuna colpa o negligenza” da parte di Sinner.

Riguardo alla responsabilità oggettiva rispetto al team, Federica Pellegrini ha detto che “non è che se il mio fisioterapista si beve una birra e investe qualcuno è colpa mia, ma diventa una mia responsabilità se il fisio usa una crema su di me e poi io risulto positivo. Vale per tutti”. Anche in questo caso, l’affermazione di Pellegrini è falsa. Il fisioterapista di Sinner non ha usato una crema sul tennista. L’ha usata sul suo dito, poi massaggiando il corpo dell’altoatesino ha provocato la contaminazione. È una differenza enorme, perché nel primo caso l’atleta deve informarsi su quale prodotto gli viene applicato. Nel secondo caso, quello di Sinner, l’atleta non può sapere che il suo fisioterapista ha usato una pomata per curare una sua ferita. Per l’ex nuotatrice, il caso Clostebol che si è concluso con una sospensione di Sinner per 3 mesi è anomalo perché “la soluzione è arrivata solo dopo i ricorsi della Wada. Non dico che ci dovesse essere una sospensione. Ma di fatto è stato trattato come un caso diverso dal 99% degli altri atleti che hanno affrontato e pagato una negligenza per doping”.

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