Le città pugliesi in crisi con i lavori per i Giochi del Mediterraneo: anche Brindisi rischia il commissariamento

La prima è stata Taranto, estromessa di forza dopo un lungo tira e molla, per manifesta incapacità. Poi è toccato a Lecce, che si è tirata indietro spontaneamente. Adesso sta per cadere pure Brindisi: il comune, amministrato dal sindaco di centrodestra Giuseppe Marchionna, rischia seriamente di essere commissariato nella realizzazione degli impianti per i Giochi del Mediterraneo 2026, per i ritardi accumulati sempre più preoccupanti.
In Puglia sta esplodendo l’ennesimo caso sul grande evento sportivo, in programma fra poco più di un anno a Taranto e dintorni. Come riportato dai quotidiani locali, negli ultimi giorni il commissario governativo Massimo Ferrarese ha inviato un sollecito al Comune di Brindisi. Non si tratta di una lettera di cortesia: nel documento, si invita l’amministrazione “a trasmettere una scansione temporale degli interventi compatibile con il cronoprogramma procedurale di ciascun intervento, giuste convenzioni sottoscritte in data 13 maggio 2024”. In assenza di riscontro, “si procederà con l’attivazione dei poteri sostitutivi di cui all’articolo 3 del decreto interministeriale del 16 aprile 2024”. Tradotto: il Comune deve dare conto del suo operato e delle tempistiche dei lavori previsti, altrimenti sarà commissariato.
In ballo ci sono opere per complessivi 10 milioni di euro: la principale è la ristrutturazione dello stadio Fanuzzi, per la realizzazione di una nuova gradinata coperta e la sistemazione di una parte della Curva Sud, in vista delle partite dei tornei di calcio maschile e femminile (tra cui anche quelle delle Azzurre), per un totale di 6 milioni. Altri quattro, invece, sono destinati al PalaPentassuglia, casa della New Basket Brindisi, che ospiterà la pallavolo: qui dovranno essere realizzate delle rotatorie nei pressi dell’impianto, oltre a degli interventi interni. Il problema è che entrambi i cantieri non sono nemmeno partiti e a poco più di un anno dall’inaugurazione il ritardo è diventato preoccupante, al punto da spingere il commissario ad intervenire, o almeno minacciare di farlo.
Il Comune non è affatto intenzionato a mollare la presa: il sindaco vuole gestire i lavori in prima persona ed è ancora convinto di farcela, ostenta sicurezza minimizzando i contrattempi. Ma qui si parla di uno sforamento di otto mesi rispetto alla convenzione che era stata firmata, posticipata con una proroga (per altro mai autorizzata), che a sua volta non è nemmeno stata rispettata. Per questo Ferrarese non sembra più disposto a fare sconti, anche per equità di trattamento rispetto a Taranto, che pure fu commissariata controvoglia. La deadline è fissata a venerdì 11 aprile, giorno in cui il Comune dovrà fornire date certe di inizio lavori e garanzie sulle tempistiche: se non lo farà, sarà commissariamento.
Sarebbe una figuraccia non solo per la città ma per tutta la Puglia. Se anche Brindisi finirà commissariata, sarà il terzo capoluogo a non avercela fatta da solo. Dopo Taranto, che è stata sostituito in 6 opere su dieci, le più importanti da decine di milioni di euro (lo Iacovone, lo stadio del nuoto, ecc.), mentre in capo al Comune sono rimasti solo i lavori minori, più semplici, da pochi spiccioli. E Lecce, che almeno ha avuto l’intelligenza e l’onestà di capire i propri limiti e farsi da parte da sola, chiedendo lei al commissario di essere sostituita nel rifacimento dello stadio Via del Mare. E adesso probabilmente toccherà a Brindisi. Tre su tre: una prova di inefficienza su tutti i fronti da parte delle amministrazioni locali, che del resto avevano zavorrato anche il primo comitato organizzatore. La dimostrazione che i grandi eventi non sono per tutti.