Audi, a Milano la forma è sostanza. A6 Avant debutta tra design, arte e lusso etico

Settimana del design, o meglio: una settimana in cui Milano si trasforma in un laboratorio pulsante, in cui tutto – dalle installazioni sospese nei cortili rinascimentali ai bozzetti sul tovagliolo del bar – diventa linguaggio. Moda, arte, tecnologia, materia e visione si fondono. E in questa tavolozza brillante e imprevedibile, anche l’auto trova il suo posto. O meglio, lo conferma. Perché le Case automobilistiche – Audi su tutte – non sono più semplici costruttrici di oggetti funzionali, ma interpreti del nostro tempo.
Nel cuore della città, tra via Sant’Andrea e corso Venezia, Audi si è presa la scena con la House of Progress, quartier generale del pensiero dei quattro anelli, allestita negli spazi elegantissimi di Portrait Milano, l’hotel di proprietà della famiglia Ferragamo. Luogo simbolico, quasi manifesto: qui l’eccellenza sartoriale dell’ospitalità incontra l’alta artigianalità su quattro ruote.
In anteprima mondiale, nuova Audi A6 Avant è stata presentata al pubblico con tutto il peso della tradizione e lo slancio del futuro. La sesta generazione della familiare high-end Audi diventa manifesto mobile della filosofia Audi exclusive, il programma di personalizzazione che nel 2025 festeggia trent’anni. Una celebrazione che va ben oltre la retorica: qui si parla di vera sartorialità. Di interni cuciti come giacche bespoke di Savile Row. Di materiali che raccontano storie.
Colori come il blu Baikal, ispirato ai riflessi magnetici del lago siberiano, e l’oro neodimio, richiamo raffinato a un metallo raro, si incontrano nei rivestimenti in pelle e microfibra Dinamica, ricavata per metà da PET riciclato. Le cuciture a contrasto, le finiture in legno di pioppo naturale e lino grigio chiaro, i nuovi tessuti Cascade realizzati in parte con cimosa e poliestere riciclato: ogni dettaglio è pensato, calibrato, posato con la cura del couturier.
Due i pacchetti design ad alto contrasto, che mettono in scena un gioco di luci e ombre tra superfici, materiali e volumi. Ma è l’interazione tra sensorialità e sostenibilità che conquista: sedersi a bordo della nuova A6 Avant è come entrare in un ambiente costruito per essere vissuto con eleganza e coscienza. Un nuovo lusso etico, se vogliamo.
La A6 Avant è anche oggetto di alta ingegneria: con un Cx di 0,25 è l’Avant termica più aerodinamica mai realizzata. E a certificare il primato c’è anche la firma luminosa Audi, tra proiettori Digital Matrix LED e gruppi ottici posteriori OLED 2.0, veri gioielli di tecnologia.
A completare l’esperienza, il nuovo configuratore 3D Audi exclusive permette ora di progettare la propria A6 Avant con una precisione fotorealistica: colori, materiali, finiture, cerchi e interni vengono restituiti in immagini ad alta definizione, come se l’auto fosse già lì, pronta in salotto.
Accanto al metallo e alla pelle, però, la Design Week di Audi ha parlato anche un linguaggio fatto di emozione e movimento. L’installazione DriftUs, realizzata dallo studio olandese DRIFT (Lonneke Gordijn e Ralph Nauta), ha trasformato lo spazio in un organismo vivo: il visitatore, entrando, diventava il vento. Muoveva lo spazio e ne veniva mosso. Una metafora perfetta di ciò che accade con un’auto come questa: non si guida, si abita.
A suggellare la settimana, l’Audi Night è stata un concentrato di stile e visione. Ospiti del calibro di Philippe Starck, Michele De Lucchi, Maria Giovanna Paone, Fabio Novembre, Scott Schuman, Noemi e Urbano Cairo hanno animato l’evento. La cena è stata firmata dallo chef tre stelle Michelin Norbert Niederkofler, ambasciatore del marchio, che ha portato in tavola una sintesi perfetta tra territorio e innovazione.
E mentre i calici si alzavano e le luci si abbassavano, sullo sfondo, nuova Audi A6 Avant – insieme alla concept car A6 e-tron – raccontava il presente e il futuro della mobilità secondo Audi: una flessibilità tecnologica fatta di scelte diverse per esigenze diverse. Combustione tradizionale o elettrico premium, sempre nel segno della qualità.
Resta in contatto con la community de Il Fatto Quotidiano