Il M5s ha senso di esistere proprio per dimostrare che si può essere coerenti e onesti. Anche se controcorrente

L’aspetto del M5S che può convincere e rassicurare – anche un diverso elettorato – è di fatto la figura di Giuseppe Conte lontano anni luce dal fumantino, istrionico e imprevedibile Beppe Grillo che però ha il merito di aver dato l’imprinting; perché dopo 15 anni dalla fondazione, gli esponenti del Movimento sono stati capaci di stare alla larga da tangenti, magheggi e ruberie. Il che, di questi tempi, non è poco.
Il Movimento ha senso di esistere – e non di essere cancellato come ha dichiarato Carlo Calenda – nella politica italiana, proprio per dimostrare che si può – il verbo dovere per la verità sembra anacronistico – essere onesti. I Cinque Stelle in Parlamento hanno smosso le acque stagnanti degli schieramenti politici tradizionali che alla fine sanno che darsi una mano male non fa.
La semplice cronaca più che l’analisi politica mi ha però indotta a scrivere questo post che risponde a una domanda personale: ha ancora valore costruire qualcosa di senso compiuto per una politica del futuro, con scelte in qualche modo anche coerenti? Spesso, nell’analisi della cronaca, guardare al locale può aiutare. Il M5S dovrebbe però ricordare di essere un partito anche al nord, non solo al sud. Considerazione non secondaria.
Ripartiamo dalla cronaca: a novembre in Trentino Alto Adige scoppia un bubbone che evidenzia una commistione tra cariche pubbliche e interessi privati, addirittura con numerosi arresti per associazione per delinquere con utilizzo di metodo mafioso: ne fanno parte in modo indistinto partiti di centrodestra e centrosinistra.
Dopo il clamore dei primi giorni, tutto passa in cavalleria e il Pd preparandosi alle elezioni per il sindaco di Bolzano candida un assessore, sebbene non coinvolto nell’inchiesta, della giunta uscente. Il M5S, puntando sulla discontinuità, propone invece per la coalizione un candidato alternativo (esponente della cosiddetta società civile), non potendo aderire ad una coalizione che si ripresentava con le stesse facce e le stesse dinamiche di potere. Il campo così si sgretola, ma il M5S tira dritto e sceglie la propria candidata sindaca; unica donna fra tutti gli schieramenti politici.
Sulla questione della rappresentanza femminile in politica, poi, il Trentino Alto Adige è anche forse l’unica regione in cui, oltre alla scelta di Bolzano, ci sono altre due donne sostenute dal M5S: una ex giudice a sindaca di Merano e una docente per il comune di Trento.
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