Il mondo FQ

Bastoni: “Anche i calciatori fanno sacrifici, non solo operai e muratori”. Poi svela: “L’Inter non mi era così simpatica”

Il difensore dell'Inter: "Veder crescere mia figlia attraverso i video che mi manda mia moglie non è il massimo. Il discorso si riduce sempre all'idea che guadagno milioni, ma il tempo è impagabile"
Bastoni: “Anche i calciatori fanno sacrifici, non solo operai e muratori”. Poi svela: “L’Inter non mi era così simpatica”
Icona dei commenti Commenti

“È uno dei difensori più forti a livello mondiale“. Con queste parole Simone Inzaghi definì Alessandro Bastoni dopo la gara d’andata degli ottavi di finale con Champions League vinta con il Feyenoord. Al podcast Supernova, condotto da Alessandro Cattelan, lo stesso calciatore dell’Inter ha raccontato il suo percorso verso questo status. Partito dai nerazzurri di Bergamo per poi passare ai nerazzurri di Milano, che inizialmente non gli erano poi così simpatici.

“Papà mi ha trasmesso la passione per l’Inter. Io però ho fatto 11 anni di Atalanta e a un certo punto l’Inter non mi era così simpatica perché l’affrontavamo spesso. Però poi da grande, quando conta davvero rappresentare i colori che ami, è il massimo a cui puoi ambire”, ha svelato Bastoni. Il difensore centrale è infatti cresciuto nel settore giovanile dei bergamaschi fin quando Gasperini non l’ha fatto esordire in prima squadra. Ma da quel momento “sono andato nel dimenticatoio“.

Bastoni ha ricordato: “Ho giocato molto bene, avevamo vinto 1-0 contro una Sampdoria forte, ma poi sono stato lasciato da parte. Finché sei nella squadra in cui hai fatto tutto il vivaio ti vedono sempre come un ragazzino“. Come ritagliarsi spazio allora? Per il difensore dell’Inter c’era solo una strada: “Andar via quando devi fare il salto è quel che ti salva. Credo che per me sia stata la salvezza. Io però ho fatto dall’Atalanta al Parma, il salto era all’indietro. Fortunatamente D’Aversa mi ha dato fiducia. Poi con Conte ho fatto le guerre per andare via considerando che avevo davanti Godin, Skriniar e De Vrij. Lui mi ha chiesto di restare e una volta che ho giocato non sono più uscito“.

Ma il percorso per arrivare ai massimi livelli è stato lungo e impegnativo. E continua a esserlo, ha sostenuto Bastoni: “Per la gente in generale i sacrifici li fanno soli gli operai o i muratori. Chi non è dentro questo mondo fatica a capire il sacrificio del calciatore. Giochiamo talmente tanto che siamo via da famiglia, figli, affetti. Il discorso si riduce sempre all’idea che guadagni milioni, ma il tempo è impagabile. Veder crescere mia figlia attraverso i video che mi manda mia moglie non è il massimo, ma riconosco anche che non siamo gli unici a star via tanto tempo”, ha concluso Bastoni.

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione