Effetto dazi sulle borse mondiali. Mercati europei in rosso, Milano -3,6%. A Wall Street Nasdaq -5,97%

L’annuncio di dazi statunitensi, risultati superiori alle attese, appesantisce le borse di tutto il mondo. In Asia, Tokyo ha chiuso a -2,8% (il Giappone subirà tariffe del 24%) Hong Kong a -1,6%. Nella notte l’oro, bene rifugio per eccellenza, ha raggiunto un nuovo massimo storico a 3.167 dollari l’oncia (31 grammi).
In rosso l’Europa. Milano ha chiuso a -3,6% con le banche bersagliate. Unicredit ha perso il 6,4%. Malissimo anche Stm (-8,5%), Stellantis (-7,5%), Prysmian (- 5,6%) e Tenaris (-10%), penalizzata dai forti cali del petrolio come Saipem (- 8,4%). Francoforte è arretrata del 3%, Parigi del 3,4%, Londra a -1,5%. La Gran Bretagna è oggetto di un trattamento “di favore” da parte della Casa Bianca, con tariffe al 10%, la metà di quelle previste per l’Unione Europea, Italia inclusa. Si muovono in controtendenza i titoli farmaceutici: I produttori di medicinali non subiranno una doppia imposizione come temuto. I farmaci occupano la fetta più grande dell’interscambio Usa-Ue.
A Wall Street la situazione non è migliore. Il Dow Jones chiude in calo del 3,98% a 40.544,64 punti, il Nasdaq perde il 5,97% a 16.550,61 punti dopo essere arrivato a cedere il 6,04%. Affondano Apple (- 9,25%), Amazon (- 8,98%), Tesla (- 5,47%), Nvidia (- 7,8%), Alphabet-Google (- 3,92%). Molti prodotti vengono assemblati in Asia e tra le ipotesi a cui lavora l’Europa c’è anche quella di una ritorsione sui servizi online offerti da società Usa. Crolla Nike che perde oltre l’12,69%. Il produttore americano produce molto il Vietnam su cui Washington ha imposto dazi del 46%. Lo S&P 500 chiude la sua peggiore seduta dal 2020 e perdendo circa 2.000 miliardi di dollari di valore.
“A Wall Street diciamo: fidatevi di Donald Trump'”, ha detto la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, in un’intervista alla Cnn. “Questo è l’inizio dell’età dell’oro. Gli Stati Uniti non saranno più fregati dalle altre nazioni”, ha aggiunto.
Importante rafforzamento dell’euro sul dollaro (+ 2,3%). Una moneta europea più forte è un altro fattore di freno per le esportazioni verso gli Stati Uniti. Si rafforzano anche lo yen giapponese (+ 1,4%) e il peso messicano (+ 1,6%). Il Messico è soggetto ai dazi del 25% su auto e componentistica ma non di una tariffa generalizzata su tutti i beni.
La banca britannica Barclays osserva che Trump è stato “più falco del previsto” e “i dazi peggio di quanto temuto”, in particolare per l’Europa e la Cina. Sebbene vi siano margini di negoziazione e molti colpi di scena, le tariffe elevate e l’incertezza persistente aumentano il rischio di recessione”. Per il mercato azionario “è probabile che la situazione peggiori”.
Sale viceversa il valore dei titoli di Stato. Essendo investimenti più sicuri vengono premiati in questa fase di incertezza. Il rendimento del bund (calcolato in rapporto al valore del titolo, quindi in discesa se quest’ultimo aumenta) va giù di 8 punti base. Un Btp decennale italiano paga 5 punti base meno di ieri, a 3,76%. Infine, il bitcoin scivola sotto gli 82mila dollari.