PATTINAGGIO DI FIGURA, I MALUMORI NELLO SCI ALPINISMO E L'ETERNO PELLEGRINO - 8/8
PATTINAGGIO DI FIGURA, I MALUMORI NELLO SCI ALPINISMO E L’ETERNO PELLEGRINO
Come scritto nell’introduzione, i tempi in cui lo sci di fondo garantiva alla spedizione azzurra numerose medaglie sono lontani. Federico Pellegrino, da anni, sta tenendo in piedi il movimento. Il campione valdostano, classe ’90, ha ruggito anche quest’anno, dimostrando di essere ancora uno dei migliori interpreti della sprint (argento ai Mondiali di Trondheim). Non solo: ha evidenziato uno splendido stato di forma chiudendo al quinto posto nello skiathlon. Le speranze di una medaglia in quel di Tesero, per il nostro movimento, sono riposte in Pelle e, se si allineano i pianeti, nella sprint a squadre.
Il pattinaggio di figura assegnerà, complessivamente, cinque medaglie (singolo maschile e femminile, coppia d’artistico, danza su ghiaccio e gara a squadre). L’Italia può contare su Charlène Guignard e Marco Fabbri (campioni europei), su Sara Conti e Niccolò Macii (medaglia d’oro agli Europei 2023 e bronzo ai Mondiali 2023 e 2025), sui giovanissimi Noah Elias Lafornara e Noemi Maria Tali, che nella danza hanno primeggiato in ogni competizione juniores; e ancora: Nikolaj Memola, Matteo Rizzo e Daniel Grassl in ambito maschile e Anna Pezzetta e Lara Naki Gutmann in ambito femminile.
Meriterebbe un articolo a parte ciò che sta accadendo nel mondo dello sci alpinismo. Ad Andorra il veterano francese William Bon Mardion è rimasto immobile sulla linea di partenza, con le braccia incrociate sopra la testa, in segno di protesta. Il gesto ha dato la spinta a una contestazione più estesa, raccolta da altri atleti e da appassionati. Sotto accusa, tra le altre cose, ci sono le Olimpiadi di Milano-Cortina: lo sci alpinismo farà il suo debutto olimpico proprio l’anno prossimo, a Bormio, e una parte di atleti sta criticando la scelta di adattare le competizioni al format olimpico, snaturando le gare – in sintesi – e rendendole troppo “artificiali”. I Giochi italiani assegneranno tre medaglie: sprint maschile, sprint femminile e staffetta mista. I nomi: Luca Tomasoni (campione italiano sprint), Rocco Baldini, Giovanni Rossi, Nicolò Canclini; Giulia Murada (campionessa italiana sprint, attualmente la più papabile per una medaglia), Katia Mascheroni, Alba De Silvestro.
Nessuna possibilità di medaglia per combinata nordica, salto con gli sci e hockey su ghiaccio. Più incerta la situazione del curling: il team femminile guidato da Stefania Constatini (sorprendente oro nel doppio misto a Pechino con Amos Mosaner) ha chiuso i Mondiali con quattro vittorie e otto sconfitte, mentre la squadra maschile capitanata da Joel Retornaz inizierà il proprio cammino, in Canada, dal 29 di marzo.