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Borse in deciso calo dopo i dazi di Trump su Canada, Messico e Cina. Sprofonda Stellantis che rischia un forte impatto sugli utili

Gli analisti di Bloomberg stimano un’erosione di 3,4 miliardi di euro di ebit nel caso in cui l’aumento dei prezzi provocato dai dazi venisse completamento assorbito dal gruppo franco-italiano che chiude la seduta a - 10%. A Parigi, le azioni Renault hanno perso il 5%. In Germania Volkswagen ha segnato - 4,4%, Bmw - 6,2% e Mercedes - 5,6%. Positiva la borsa di Mosca su voci di un piano Usa per ridurre le sanzioni contro la Russia
Borse in deciso calo dopo i dazi di Trump su Canada, Messico e Cina. Sprofonda Stellantis che rischia un forte impatto sugli utili
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Le Borse europee hanno chiuso in deciso calo in scia alle preoccupazioni per l’impatto dei dazi imposti da Donald Trump nei confronti di Messico, Canada e Cina. Milano ha perso il 3,4%, peggio ha fatto Francoforte a – 3,5%. Madrid il 2,5% e Parigi l’ 1,8%. Londra è arretrata dell’ 1,2%. Auto, energetici e tecnologici sono i settori più penalizzati. In rosso, seppur meno acceso, pure per gli indici statunitensi. L’S&P500 scende dell’ 1,1%, il Nasdaq dello 0,3%. Con i cali di oggi quasi si azzerano i guadagni che erano stati accumulati da Wall Street dal giorno dell’elezione di Trump.

Si muove invece al rialzo l’indice Moex di Mosca con un guadagno vicino al 3% dopo le voci di stampa secondo cui gli Usa starebbero elaborando un piano per allentare le sanzioni contro la Russia. Secondo fonti dell’agenzia Reuters, la Casa Bianca avrebbe chiesto ai dipartimenti di Stato e del Tesoro di redigere un elenco di misure da discutere con rappresentanti di Mosca nei prossimi giorni.

A Piazza Affari affonda Stellantis, appesantita dai brutti dati sulle immatricolazioni di febbraio ma soprattutto dalla guerra commerciale innescata dagli Stati Uniti. Male anche Iveco (- 7,7%), Stmicroelectronics (- 8,3%) e Unicredit (- 4,2%).

Il titolo Stellantis ha perso oltre il 10%. Il costruttore franco-italiano è, insieme a Volkswagen, quello che rischia di incassare i contraccolpi più forti sull’utile operativo dalle nuove tariffe. Per il 2025 gli analisti di Bloomberg stimano un’erosione di 3,4 miliardi di euro di ebit nel caso in cui l’aumento dei prezzi provocato dai dazi venisse completamento assorbito dall’azienda, che esporta negli Usa auto prodotte sia in Messico che in Canada. A Parigi, le azioni Renault hanno lasciato sul terreno il 5%. In Germania Volkswagen ha chiuso con un – 4,4%, Bmw – 6,2% e Mercedes – 5,3%. Tra i marchi Usa, Tesla arretra del 4,5%. La casa di Elon Musk realizza in Cina un terzo dei suoi ricavi. General Motors e Ford hanno perso il 4,5 e del 2,9%.

Ad appesantire i listini contribuisce anche l’incognita sulle prospettive di pace in Ucraina dopo che Trump ha deciso di sospendere gli aiuti militari a Kiev alzando i toni dello scontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Ritracciano, dopo la cavalcata di lunedì, i titoli della difesa. Leonardo è in calo del 2,8%.

Amplia le perdite il petrolio con il Brent a 71 dollari al barile (-0,7%). Un eventuale rallentamento dell’economia causato dai dazi comporta anche una minore domanda di greggio. Salgono dell’1% le quotazioni dell’oro che conserva una qualche sembianza di bene rifugio. L’euro si rafforza parecchio sul dollaro e torna a quota 1,06.

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