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Cronaca

Ultimo aggiornamento: 10:56 del 25 Febbraio

Gad Lerner: “Bannon? Oggi si può essere antisemiti e filo-sionisti allo stesso tempo. In Israele con l’estremismo si rischia l’involuzione”

In un dialogo con Ariel Dello Strologo, il giornalista del Fatto Quotidiano ha analizzato l’influenza crescente del fondamentalismo religioso sulla politica israeliana e i suoi legami con i movimenti sovranisti internazionali.
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“Sembra un assurdo, ma oggi si può essere antisemiti e filo-sionisti allo stesso tempo“. Così Gad Lerner ha commentato a Genova le posizioni di Steve Bannon, stratega trumpiano, che ha recentemente dichiarato di essere “amico di Israele” ma di odiare gli “ebrei ricchi e di sinistra”.

L’intervento si è svolto nell’ambito del ciclo di incontri Fondamentalismi religiosi e populismi politici, organizzato dalla Fondazione Palazzo Ducale con il Centro Studi Antonio Balletto e il Centro Culturale Primo Levi. Nel dialogo con Ariel Dello Strologo, il giornalista del Fatto Quotidiano ha analizzato l’influenza crescente del fondamentalismo religioso sulla politica israeliana e i suoi legami con i movimenti sovranisti internazionali.

“I nazionalisti, i sovranisti che oggi manifestano grande ammirazione per Israele, persino quelli che nel secolo scorso furono pervicacemente antisemiti, credo che ammirino di Israele quello che io spero non diventi”, ha detto Lerner. “Vedono lì confermata l’idea che una società possa essere prospera e sicura solo se è omogenea etnicamente e se brutalizza le sue minoranze, dicendo loro: ‘Qui noi siamo padroni a casa nostra. O accettate i nostri usi, i nostri costumi, le nostre radici religiose e culturali, oppure ve ne andate'”.

Il sionismo religioso rappresenta una novità storica, ha spiegato Lerner: “Il sionismo era un fenomeno assolutamente laico, guardato con molta diffidenza dai rabbini e dal tradizionalismo ebraico. Anzi, considerava quasi blasfemo anticipare il disegno divino del Messia realizzando uno Stato ebraico”. Oggi, invece, una parte della destra israeliana giustifica l’occupazione e l’espulsione dei palestinesi con un’interpretazione letterale della Bibbia: “Se una regione è citata nell’Antico Testamento, allora per diritto divino diventa terra in cui insediarsi come ebrei”. Una visione che, secondo Lerner, si discosta dalle interpretazioni classiche dell’ebraismo e viene sostenuta da una “minoranza estremista che ha acquisito peso politico grazie all’attuale governo, minoranza aggressiva che ha sviluppato una sorta di egemonia culturale e rischia di produrre l’involuzione dello stesso Stato di Israele da democrazia a etnocrazia”.

Lerner ha poi criticato l’uso politico della Shoah da parte dell’estrema destra israeliana: “C’è una mentalità che porta a un’unica morale: o sviluppiamo capacità militare, abbiamo forza sufficiente per difenderci da soli, oppure siamo finiti. Questo è l’insegnamento che traggono dalla Shoah, l’opposto di quello che scriveva Primo Levi”. Infine, ha ribadito l’importanza della critica per il futuro di Israele: “Noi aiutiamo Israele criticandolo. Chi gli vuole bene oggi sbaglia se pensa che bisogna appiattirsi in silenzio su una politica che lo rende meno sicuro, perché illudersi di poter mettere brutalmente un coperchio sulla pentola in ebollizione senza che prima o poi salti per aria è un’illusione”.

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