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A Milano si è scritta un’ambiziosa dichiarazione a sostegno della ricerca scientifica

A Milano si è scritta un’ambiziosa dichiarazione a sostegno della ricerca scientifica
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Nel corso dell’ultimo congresso internazionale della Federazione delle Società Europee di Biochimica (FEBS), che si è tenuto a Milano nello scorso mese di luglio, è stata elaborata una dichiarazione a sostegno della ricerca scientifica alla quale hanno finora aderito finora oltre mille scienziati da tutto il mondo, tra i quali 55 premi Nobel e 50 istituzioni scientifiche e culturali, tra le quali la Società Italiana di Biochimica e Biologia Molecolare. La Dichiarazione di Milano è attiva sul sito web della FEBS e chiunque può leggerla e, se lo ritiene opportuno, aderire con la propria firma.

La Dichiarazione sottolinea il ruolo fondamentale della ricerca scientifica nell’affrontare le sfide globali che l’umanità si trova a fronteggiare: mediche, ambientali, dello sviluppo sostenibile, etc. ed appare in un momento di grande incertezza politica. L’attuale Presidente degli Stati Uniti, finora il paese leader della ricerca mondiale, ha sempre espresso avversione per la scienza ed ha abbandonato l’Organizzazione Mondiale della Sanità, oltre a nominare in posti di responsabilità rappresentanti dell’antiscienza populistica come l’attivista no-vax Robert Kennedy Jr. L’Europa, sebbene non esprima posizioni politiche altrettanto ciarlatanesche, è percorsa da tendenze antiscientifiche alquanto radicate che la politica sfrutta per cercare consenso elettorale a buon mercato.

Paradossalmente, sono i paesi con minore tradizione nella ricerca scientifica ad esprimere minori dubbi sulla sua importanza e maggiore supporto, e la Cina, insieme con molti paesi emergenti dell’estremo oriente, sta rapidamente diventando uno dei maggiori attori nel panorama della scienza internazionale.

La Dichiarazione di Milano ha l’ambizione di richiamare l’attenzione mondiale sul ruolo insostituibile della scienza nello sviluppo sostenibile, e deve essere sottolineato che la maggiore responsabilità ricade sui paesi più ricchi e con maggiore tradizione scientifica. Fino ad oggi abbiamo goduto dei benefici della tecnologia, che deriva dalla ricerca scientifica, preoccupandoci troppo poco dei suoi effetti collaterali, nonostante i ripetuti allarmi della comunità scientifica; ma oggi i problemi derivanti dall’inquinamento ambientale, dal cambiamento climatico, dallo spettro dell’esaurimento dei combustibili fossili, dallo sviluppo di nuovi microorganismi patogeni resistenti agli agenti terapeutici disponibili, hanno raggiunto dimensioni catastrofiche, e, se la ricerca scientifica non sarà in grado di trovare soluzioni praticabili, dobbiamo aspettarci continui disastri.

Tornare indietro nella strada dello sviluppo è impossibile: il sostentamento alimentare dell’umanità, le conquiste in termini di igiene e sanità pubblica che hanno allungato la nostra vita, l’intera nostra civiltà dipendono da un uso crescente di risorse energetiche, in assenza delle quali la nostra civiltà si dissolverebbe in un attimo. Possiamo soltanto andare avanti cercando di migliorare il più possibile la tecnologia esistente e cercando di riparare i danni già fatti. La Dichiarazione di Milano dice questo.

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