Immediata scarcerazione per Moses Aqua. Il marito di Rosa Vespa – entrambi erano stati arrestati con l’accusa di sequestro di persona per il rapimento della piccola Sofia dalla clinica “Sacro Cuore” di Cosenza – sarebbe stato all’oscuro di tutto. La decisione è stata presa gip a termine dell’udienza di convalida del fermo, durata circa un’ora e mezza, che si svolta oggi a Cosenza. La coppia ha risposto a tutte le domande dando la sua versione dei fatti. Vespa, da quanto si apprende, si è addossata tutta la responsabilità di quanto accaduto, confermando di fatto quanto già emerso nella prima fase dell’indagine. La donna resta in carcere.
Il marito “è davvero provato da tutta la vicenda ma ha confermato che non si era mai accordo di nulla: la moglie gli mostrava il pancione“, ha spiegato a LaPresse l’avvocato Gianluca Garritano. “Il mio assistito – ha aggiunto – è stato creduto totalmente perché lui stesso ha ritenuto credibile la gravidanza portata avanti dalla moglie. Ci sono anche delle foto che ritraggono Moses mentre bacia la pancia della moglie“. La donna, secondo quanto reso noto dall’avvocato, avrebbe anche “mostrato al marito una lettera di dimissioni dalla clinica”. L’uomo ha già lasciato il carcere di Castrovillari, dov’era detenuto. Il gip ha comunque convalidato l’arresto del 42enne, ritenendo sussistenti tutti i presupposti di legge ed essendo stato eseguito l’arresto nella quasi-flagranza del reato. Il pm presente all’udienza non ha formulato istanza di applicazione di misura cautelare nei confronti del 42enne, chiedendone l’immediata scarcerazione. La gip ha quindi revocato la misura precautelare, con conseguente rimessione in libertà dell’uomo.
Rosa Vespa subito dopo il fermo aveva confessato di avere sottratto quella bambina nella clinica Sacro Cuore perché “volevo un figlio” tutto suo. La 51enne, invece, non ha saputo spiegare le ragioni del suo gesto. La donna, assistita dall’avvocata Teresa Gallucci, ha raccontato al gip di aver finto una gravidanza per 9 mesi ingannando anche il marito e ha precisato di non aver voluto fare del male a nessuno. Su quanto da lei commesso non ha saputo darsi una risposta logica, mentre sulla dinamica dell’accaduto ha fornito alcuni particolari sui quali proseguono le indagini. La legale all’agenzia LaPresse ha fatto sapere di aver chiesto l’applicazione di una misura meno afflittiva: il gip ha deciso però che la donna deve rimanere in carcere. L’avvocata ha anche chiesto l’autorizzazione a sottoporre la 51enne a una visita in carcere da parte di un medico specializzato in psichiatria, richiesta alla quale il pm non si è opposto.