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Violenze di Capodanno a Milano, il racconto di una 20enne ai pm: “Accerchiata e molestata, salvata a fatica dal mio compagno”

La testimonianza di una ventenne di Reggio Emilia davanti alla procuratrice aggiunta di Milano Letizia Mannella e alla pm Alessia Menegazzo
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“Sono stata accerchiata, poi ho sentito le mani di alcuni uomini, mi hanno toccato per alcuni minuti prima che il mio compagno riuscisse a strapparmi, con molta fatica, da quel corridoio umano“. È il racconto di una ventenne di Reggio Emilia davanti alla procuratrice aggiunta di Milano Letizia Mannella e alla pm Alessia Menegazzo. La giovane, in lacrime, ha testimoniato raccontando cosa le è accaduto la notte di Capodanno mentre stava festeggiando, in piazza Duomo, l’arrivo del 2025 nel capoluogo lombardo.

Ha raccontato di essere finita “dentro un corridoio umano”, “trascinata dentro e accerchiata”, non riusciva ad uscirne e il suo compagno “cercava con tutte le forze” di tirarla fuori e “solo a fatica ci è riuscito” e l’ha salvata, cingendola e portandola via da quel “muro umano”. Nell’audizione durata circa tre ore, la vittima ha ricostruito quando – dopo aver attraversato il portico che da San Babila porta a piazza Duomo, all’altezza dell’ingresso della Galleria Vittorio Emanuele II (zona sorvegliata da telecamere) – è finita in una sorta di imbuto che le ha chiuso la strada e le ha reso impossibile liberarsi da sola. Un labirinto senza uscita in cui trentaquaranta giovani, descritti come “quasi tutti stranieri”, hanno messo azioni probabilmente riconducibili al fenomeno della taharrush gamea, un’espressione usata per indicare una molestia sessuale di massa, in segno di disprezzo per le donne. A Milano nel Capodanno 2022, nove giovani denunciarono molestie simili e ora si ipotizza che nel capoluogo lombardo si sia replicato quanto accaduto due anni fa.

La giovane vittima ha descritto l’abbigliamento e i tratti fisici di chi l’ha molestata, ha fornito dettagli utili per collocare i presunti aggressori all’angolo tra la piazza e la galleria, ma ha anche decritto, piangendo, il suo “profondo senso di paura e pericolo“. È stato anche ascoltato il suo compagno, pure lui ventenne, che ha confermato tutta la ricostruzione messa a verbale dalla ragazza: “Ho visto anche altre ragazze che piangevano”, ha raccontato la giovane, confermando che tutto è accaduto tra mezzanotte e venti e mezzanotte e quaranta.

La Procura sta indagando su almeno cinque casi. Tre le denunce finora raccolte dai pm. Sette le vittime in totale al momento, ma potrebbero aumentare, mentre si sta lavorando alle identificazioni. Inquirenti e investigatori hanno già raccolto la denuncia e il verbale di una studentessa belga, la prima ragazza a far emergere sui media ciò che era successo a due passi dal Duomo e che era con altri amici quella notte, tra cui tre ragazze. E poi ancora la denuncia e il racconto di un’avvocata lombarda e la denuncia di una giovane inglese, presentata in Inghilterra. Il lavoro di audizioni di vittime e testimoni e di identificazione degli autori andrà avanti anche nei prossimi giorni.

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