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In 15mila al corteo di Milano per la Palestina. Scontri con le forze dell’ordine, 7 in questura. “Spara a Giorgia” scritto su una vetrina

La prima parte della manifestazione si era svolta in modo pacifico con la partecipazione di famiglie, bambini, anziani. Poi sono cominciati gli episodi di vandalizzazione di banche e catene come Starbucks o Carrefour. Minacce alla premier, solidarietà di tutto il centrodestra. Anche Schlein e Calenda nel mirino
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Circa 15mila persone hanno partecipato al corteo per la Palestina e il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza che ha attraversato Milano, dalla piazza di fronte alla stazione centrale fino all’Arco della Pace passando per il quartiere di Isola, la zona Farini fino a piazzale Baiamonti. Proprio qui, nella piazza che divide la Chinatown milanese dall’area intorno a corso Como, si sono verificati gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine che hanno caricato i partecipanti dopo alcuni episodi di vandalismo nei confronti di banche e supermercati. Sette persone sono state fermate e a quel punto alcuni manifestanti hanno formato un presidio nella stessa piazza per chiederne la liberazione. Alla fine i fermati sono stati portati comunque in questura. Secondo la ricostruzione dei manifestanti a dare il via alle tensioni è stata l’identificazione di alcuni di loro da parte della polizia. Gli attivisti, lanciando fumogeni, gridavano “Tout le monde deteste la police”.

Nella prima parte del percorso la manifestazione era avanzata dalla stazione verso il quartiere Isola in modo sostanzialmente pacifico tantopiù che tra i partecipanti si sono viste anche numerose famiglie con passeggini, bambini piccoli, persone anziane. Centinaia le bandiere palestinesi e gli striscioni per dire stop al genocidio. Tra gli slogan gridati prima della partenza: “Gaza libera, Palestina libera” e “intifada, intifada”. Presenti anche attivisti che tenevano in braccio dei finti neonati coperti da un lenzuolo bianco sporco di vernice rossa. Numerosi, soprattutto nelle prime file, anche i cartelli e le bandiere per chiedere “libertà per Anan Yaeesh“, palestinese accusato in Italia di terrorismo per aver finanziato un gruppo armato e detenuto nel carcere di Terni. Tra le varie associazioni hanno aderito Anpi, Associazione dei Palestinesi in Italia, Giovani Palestinesi, Adl Cobas, Cub, associazioni studentesche, ma si sono riconosciute anche bandiere e striscioni del M5s e di Alleanza Verdi-Sinistra.

Da un certo punto in poi, però, spezzoni del corteo hanno preso di mira banche e negozi considerati fiancheggiatori o sostenitori delle politiche di Israele: sono state danneggiate vetrine di istituti di credito (in particolare Unicredit, ma anche Bpm e Banca Desio) e catene come Starbucks, Carrefour e Burger King. E’ in questa zona, nel quartiere Isola, che è spuntata anche una scritta contro la presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “Spara a Giorgia” è scritto su una vetrina della Bpm di piazzale Lagosta. La premier ha ricevuto la solidarietà e il sostegno dell’intero centrodestra, a partire dai presidenti delle Camere Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, da numerosi ministri. La frase “complice del genocidio” è spuntata su diverse vetrine e anche su sagome di Carlo Calenda e Elly Schlein. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha espresso il suo plauso “ai poliziotti che, in un contesto difficile, con prontezza ed efficacia, sono riusciti a isolare e fermare un gruppo di facinorosi che, coperti e travisati, si erano resi artefici di atti vandalici”: “Grazie all’azione delle forze dell’ordine – aggiunge il capo del Viminale – è stato possibile evitare che la situazione degenerasse ulteriormente”.

La foto sotto al titolo è di Claudio Furlan/Lapresse

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