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Caccia selvaggia: il Far West per i voti delle doppiette - 2/7

Il 2024 è stato l'annus horribilis per gli animali, dai selvatici fino a quelli d'affezione. Ecco cosa è successo l'anno scorso e cosa dovremo attenderci in futuro
Caccia selvaggia: il Far West per i voti delle doppiette - 2/7
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Caccia selvaggia: il Far West per i voti delle doppiette

Il 2024 è stato l’anno in cui la destra ha cercato di realizzare i sogni dei cacciatori, una fetta di elettorato molto compatta che a ogni tornata elettorale, tanto in Italia quanto al Parlamento Ue, riesce a mandare i propri rappresentanti e a spostare decine di migliaia di voti. L’anno si è aperto col tentativo della Lega, attraverso la proposta di legge di Francesco Bruzzone, di stravolgere la legge 157/92 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio). A conti fatti, il tentativo del Carroccio è stato un disastro. Prima per merito del Movimento 5 stelle (e di Avs), che con l’ostruzionismo in commissione Agricoltura hanno bloccato la norma. Poi per volontà di Fratelli d’Italia, che non volendo “regalare” alla Lega la bandierina sulla caccia, l’ha sabotata. In che modo? Durante l’estate, quando i leghisti si sono accorti che la legge non sarebbe andata avanti, Bruzzone ha scavalcato il Parlamento inserendo le sue proposte in una serie di emendamenti al dl Agricoltura. Emendamenti bocciati, manco a dirlo, dal governo (cioè da Lollobrigida). E quando, alla fine, è stato promesso alla Lega di calendarizzare la norma in Aula, è intervenuto direttamente il ministero dell’Agricoltura (cioè Lollobrigida), che ha bloccato tutto. Come rivelato da ilFattoQuotidiano.it, infatti, sarà lo stesso ministero a intervenire sulla 157/92 a inizio 2025.

Fin qui il tortuoso iter politico. Ma cosa vogliono i cacciatori, e dunque la destra, pronta a esaudirne i desideri? Allungare i calendari venatori, sparare su tutto il territorio nazionale, sette giorni su sette, anche di notte, senza dover scegliere preliminarmente una forma di caccia (come si fa ora); aumentare le specie caccabili, depotenziare Ispra (l’organo scientifico e indipendente che, attraverso i suoi pareri, regolamenta l’attività venatoria), legare le mani alle associazioni ambientaliste e animaliste e ai giudici amministrativi che, ogni anno, bloccano i calendari venatori troppo sbilanciati a favore dei cacciatori. In parte, attraverso l’emendamento Caretta alla legge di Bilancio, qualcosa il centrodestra ha già ottenuto: i pareri del Comitato tecnico-faunistico (un organo politico, diretto dal governo e da Federcaccia) verranno equiparati a quelli di Ispra; le associazioni potranno impugnare i calendari venatori regionali entro un limite di tempo, cioè 30 giorni dalla pubblicazione degli stessi; la possibilità di continuare a cacciare anche qualora venga accolta dai giudici la domanda cautelare, almeno fino alla sentenza. Il Fatto Quotidiano, attraverso la piattaforma IoScelgo, ha promosso insieme a 16 associazioni ambientaliste e animaliste una petizione per fermare la liberalizzazione della caccia. In poco tempo la petizione ha superato le 50mila firme ed è stata consegnata in Parlamento.

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