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Presunte mazzette sulle case popolari: arrestato consigliere di FI a Catanzaro. Il riesame lo scarcera dopo 20 giorni: “Attività lecite”

Secondo l'accusa, gli alloggi venivano attribuiti dietro pagamento di tangenti. Ma per il Riesame la sua "attività si svolgeva nell'alveo di una lecita attività politica"
Presunte mazzette sulle case popolari: arrestato consigliere di FI a Catanzaro. Il riesame lo scarcera dopo 20 giorni: “Attività lecite”
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Sergio Costanzo, consigliere comunale di Forza Italia a Catanzaro, è stato arrestato insieme ad altre sette persone nell’ambito di un’indagine su un presunto “sistema parallelo” di assegnazione delle case popolari in città. Per due indagati il gip ha disposto la custodia cautelare in carcere, per gli altri sei gli arresti domiciliari. La Procura del capoluogo calabrese ipotizza l’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata a commettere una lunga serie di reati: falso, corruzione, concussione e omissione di atti d’ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità, tentato peculato, tentata truffa aggravata. Secondo l’accusa, gli alloggi venivano attribuiti dietro pagamento di tangenti, a volte offerte dagli assegnatari, più spesso pretese dai pubblici ufficiali: tra gli arrestati anche un dirigente dell’Aterp, l’azienda regionale di edilizia residenziale pubblica (la cui sede è stata perquisita) e un comandante della Polizia municipale.

In un comunicato degli inquirenti si legge che “il modus operandi da parte dei componenti dell’organizzazione (…) consisteva nella sistematica violazione della legge al fine di aggirare la procedura ordinaria di assegnazione degli immobili, che non spetta all’Aterp ma al Comune in base a una graduatoria pubblica”. In questo modo, ha spiegato in conferenza stampa il procuratore reggente Vincenzo Capomolla, “un settore che dovrebbe rispondere al bisogno fondamentale della casa per le categorie più bisognose veniva gestito in un modo privatistico”. In particolare consigliere Costanzo, “seppur privo di ruoli o incarichi in seno all’Aterp, in virtù di consolidate amicizie con i funzionari dell’ente, fungeva da raccordo tra cittadini che miravano ad ottenere o mantenere posizioni alloggiative, in violazione della legge, e i dipendenti dell’Azienda territoriale”.

AGGIORNAMENTO
Il 10 gennaio 2025 il Tribunale del Riesame ha accolto l’istanza di revoca della misura cautelare nei confronti di Sergio Costanzo. Il 2 maggio 2025 sono state depositate le motivazioni per le quali i giudici hanno annullato gli arresti domiciliari di colui che per la procura era il “capo e organizzatore di una associazione per delinquere finalizzata alla commissione di delitti contro la pubblica amministrazione e la fede pubblica”. In realtà la sua attività, secondo il Riesame “appare svolgersi nell’alveo dell’esercizio di una lecita attività politica sul territorio, volta ad acquisire informazioni e segnalazioni anche al fine di incrementare la efficiente gestione degli interessi pubblici nella titolarità di enti locali con i quali costantemente si rapportava, anche in maniera informale. Fatto, quest’ultimo, eventualmente rilevante sul piano politico-elettivo, ma non violativo di alcuna norma penale. Anche le successive emergenze valorizzate dalla Procura – si legge sempre nella sentenza – appaiono inidonee a delineare interessamenti illeciti del Costanzo riconducibili alla attività associativa”. Per quanto riguarda, infine, la presunta violazione della normativa elettorale, “i contatti, di inviti elettorali standard da parte di Costanzo a favore dei candidati Princi e Martusciello in occasione delle consultazioni europee del maggio 2024 non consente di individuare un accordo funzionale allo scambio tra voto e dazione di utilità, dato che i messaggi, inviati in modalità seriale, non esprimono una subordinazione illecita tra la espressione del consenso elettorale e l’ottenimento del risultato sperato dal singolo”. Per tutti questi motivi, secondo il Riesame, presieduto dal giudice Chiara Ierardo (a latere Silvia Manni e Barbara Elia), “il difetto di gravità indiziaria, relativamente a tutti i capi di provvisoria imputazione”, contestati a Costanzo, “impone l’annullamento dell’ordinanza impugnata”.

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