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“Stupro di Capodanno” a Roma, condannato a cinque anni e mezzo il 22enne Patrizio Ranieri. Lui: “Non mi ammazza nulla, io rido sempre”

Secondo la Procura, il giovane calciatore ha abusato della vittima approfittando del suo stato d'incoscienza
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Il Tribunale di Roma ha condannato a cinque anni e mezzo di reclusione Patrizio Ranieri, 22enne calciatore accusato di aver violentato una minorenne nel corso di una festa per il Capodanno 2021, in una villetta nel quartiere romano di Primavalle. Secondo la Procura, che all’udienza del 29 ottobre aveva chiesto 12 anni e mezzo, Ranieri ha abusato della vittima (16enne all’epoca dei fatti) approfittando del suo stato d’incoscienza dovuto all’assunzione di alcol e droghe. Caduta, invece, l’accusa di stupro di gruppo. “Io non ho fatto niente, ho la coscienza pulita. A me non mi ammazza niente. Io rido sempre”, è stato il primo commento dell’imputato, che ha sempre sostenuto si fosse trattato di un rapporto consensuale. La sua difesa ha annunciato ricorso in Appello.

La ragazza aveva denunciato la violenza il 2 gennaio del 2021 a una stazione dei Carabinieri, fornendo elementi concreti per avviare le prime indagini e risalire agli autori, grazie anche al contributo fondamentale delle intercettazioni. Un anno dopo Ranieri – ex promessa del club romano dell’Atletico Lodigiani – è stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, da cui è potuto uscire solo nel dicembre 2023. Nei suoi confronti è stato disposto il giudizio immediato e la sua posizione è stata separata da quella degli altri due minorenni a processo per la stessa vicenda. Tra gli imputati c’è anche un maggiorenne, per cui la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio.

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