Il caso Sinner-Clostebol è tornato in auge. Il rischio sospensione per l’altoatesino tiene con il fiato sospeso tutti gli appassionati di tennis, non soltanto in Italia (anche se sappiamo già che fino al 11 febbraio non si terrà alcuna udienza). Per la positività al Clostebol l’azzurro è stata già giudicato innocente dall’Itia, ma ora come noto finirà davanti al Tas di Losanna per il ricorso presentato dalla Wada che – nonostante abbia formalmente accertato e dunque accettato la buona fede di Sinner – vuole sanzionare il numero 1 al mondo.

Il direttore generale Olivier Niggli, intervistato dal quotidiano francese L’Équipe su Swiatek e Sinner, ha dichiarato: “Oggi esiste un problema di contaminazione. Questo non significa che ci siano più casi del genere rispetto al passato, il fatto è che i laboratori sono più efficienti nel rilevare anche quantità infinitesimali di sostanza. Le quantità sono così piccole che ci si può contaminare facendo cose innocue. La verità è che sentiamo un sacco di storie e capisco l’opinione pubblica che può arrivare a pensare che assumiamo di tutto. Quello che dobbiamo comprendere è se siamo pronti ad accettare il microdosaggio e dove sia giusto fermarsi. Proprio per questo tipo di riflessioni verrà creato un tavolo di lavoro”. Una novità molto importante che potrebbe considerarsi rivoluzionaria.

Nonostante avesse in corpo 86 picogrammi per millilitro e 76 pg/mL, il numero uno al mondo con gli attuali regolamenti della Wada rischia una squalifica che va da 12 a 24 mesi.

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