Milano, 11 apr. - (Adnkronos) - Svolta nell'indagine sull'omicidio di Vittorio Boiocchi, il capo ultrà dell'Inter, ucciso il 29 ottobre 2022 fuori dalla sua abitazione a Milano. L'ultrà nerazzurro Andrea Beretta, arrestato e poi diventato collaboratore di giustizia, svela la pm Alessandra Dolci della Dda di Milano, "fin dalle prime dichiarazioni ha indicato mandanti ed esecutori materiali e, con una certa sorpresa, ha affermato di essere il mandante". Un omicidio, "per 50mila euro", corrisposti da Beretta in contanti, con un movente di ordine economico: "Dividere i profitti illeciti eliminando il leader della Curva Nord".
La Squadra mobile di Milano, coordinata dalla Dda, ha eseguito una misura di custodia cautelare in carcere per sei soggetti tra cui anche Beretta perché ritenuti presunti "mandanti e autori materiali" dell'omicidio. A loro viene contestata "anche l'aggravante della modalità mafiosa" secondo quanto si legge in una nota della Procura.
"lo intendo collaborare e raccontare tutti i fatti che mi riguardano, da quando ho preso in mano il comando di Curva Nord, fra cui l'omicidio Boiocchi, tutto il discorso del merchandising, il discorso delle associazioni qui a Milano, tutti i discorsi dei vari ticketing Milan e Inter" si legge in uno dei passaggi del primo verbale reso da Andrea Beretta che inizia a collaborare, dopo l'omicidio di Antonio Bellocco perché teme per la sua vita e uccide Boiocchi perché ha paura di essere ucciso per primo.
La contesa tra gli amici di curva è legata al merchandising della Curva Nord: Boiocchi chiede a Beretta di vedere i conti dell'associazione 'We are Milano' sospettando che la divisione non sia equa, così Beretta si sente 'tradito' e mette a punto il piano dietro il pagamento di 50mila euro.
Chiari i ruoli nel delitto. Beretta e l'intermediario Mauro Antonio Nepi (indagato) "si è rivolto a Beretta dicendo che poteva risolvere il problema", spiega la pm Dolci, sono ritenuti i mandanti dell'omicidio per la cui organizzazione ed esecuzione Beretta ha corrisposto la somma di 50mila euro a Nepi, "che poi li ha consegnati a Marco Ferdico" che li ha divisi con gli altri. Marco e Gianfranco Ferdico sono ritenuti gli "organizzatori dell'omicidio, procurando le basi logistiche, i mezzi di trasporto (il furgone usato per nascondere lo scooter poi usato dagli esecutori, ndr.), i cellulari criptati attraverso cui tenersi in contatto con gli altri nonché l'arma (una pistola, ndr.), usata per il delitto", due i cinque proiettili andati a segno contro Boiocchi.
Cristian Ferrario, invece, è l'uomo che si intesta lo scooter per raggiungere il luogo dell'agguato, mentre Daniel D'Alessandro (arrestato dalla polizia bulgara a Sveti Vlas, dopo quattro giorni di ricerche interforze) è ritenuto insieme a Pietro Andrea Simoncini (arrestato in Calabria) l'esecutore materiale dell'omicidio. Gli altri, raggiunti dall'ordinanza della misura cautelare, erano già in carcere.
Il risultato di oggi, spiega il procuratore capo Marcello Viola, chiude il cerchio sui fatti di sangue, legati alle curve ed è il risultato "anche degli approfondimenti investigativi di squadra Mobile e Scico che hanno raccolto precisi riscontri alle dichiarazioni di Beretta", il quale ha ricostruito i fatti in cui si inserisce la più ampia inchiesta 'Doppia curva' sui presunti traffici illeciti delle tifoserie di Inter e Milan.
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