“Non sento Beppe Grillo da quando lo criticai per l’operazione Draghi. Cosa farà ora dopo l’esito della costituente del M5s? Lo ha già dimostrato in questi mesi: rimproverava Conte di essere un leguleio, tutto mi sarei aspettato da Grillo tranne che si trasformasse in un azzeccagarbugli che impugna il comma, il cavillo, la pandetta, il sottocomma”. Sono le parole del direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, ospite de L’Aria che tira (La7) per presentare il suo ultimo libro “Ucraina, Russia e Nato in poche parole” (ed. Paper First).

Travaglio aggiunge: “A me tutto questo fa molta tristezza perché ho conosciuto Grillo come un uomo di grande praticità e di grande concretezza: era sintonizzato con l’opinione pubblica, anticipando sempre i temi e capendo prima degli altri. Adesso, se non ha capito il gigantesco vaffa che gli hanno mandato gli iscritti del M5s e chiede di rivotare per prendersene un secondo, tutto questo allora mi fa dubitare della sua lucidità”.

“È da scartare l’ipotesi che Grillo possa creare una rifondazione grillina con un gruppo di suoi fedelissimi?”, chiede il coonduttore della trasmissione, David Parenzo.
“È talmente poco lucido che potrebbe anche tentare una roba del genere – risponde Travaglio – ma non so dove andrebbe questa rifondazione grillina, perché quelli che gli vanno dietro sono gli stessi che lui ha fatto buttare fuori dal Movimento perché non volevano votare il governo Draghi che, di fatto, lui aveva imposto al M5s. È una contraddizione totale, perché cosa fa? La rifondazione per dire no alle alleanze, quando ha costretto il Movimento ad allearsi contemporaneamente con tutti i partiti di centro, di destra e di sinistra, tranne la Meloni, ma solo perché la Meloni non c’è voluta stare, altrimenti Grillo avrebbe acconsentito anche a un’alleanza con lei nel governo Draghi”.

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