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M5s, Grillo contro la maggioranza degli iscritti: chiede di rivotare le modifiche allo statuto (che hanno abolito il ruolo di garante)

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L’ex ministro Danilo Toninelli, tuttora nel collegio dei probiviri e grillino della prima ora, lo aveva anticipato su Radio Cusano Campus: “Beppe Grillo chiederà di rivotare le modifiche statutarie”. E il Fatto, dopo aver sentito fonti di peso, può confermare che l’istanza del fondatore è già arrivata. Grillo, come gli permette proprio lo statuto, ha chiesto una seconda votazione su tutte le modifiche, compresa quella che ha cancellato il suo ruolo di garante. E sarà ancora il quorum a fare la differenza, perché nel secondo turno le modifiche potranno essere ratificate solo dopo il voto della maggioranza assoluta della base (la metà più uno degli iscritti).

Non ha aspettato il termine massimo di cinque giorni dalla pubblicazione dei risultati, Grillo. Troppo forte la voglia di rivalsa, dopo quell’applauso che ieri in assemblea a Roma aveva salutato il sì alla sua cacciata dai vertici. Una scena che non era piaciuta neanche a diversi veterani del Movimento, come Chiara Appendino e Roberto Fico. E che potrebbe aver inciso sulla richiesta del fondatore di un nuovo voto. Una nuova sfida che si fa scivolosa, perché ora Giuseppe Conte e i suoi dovranno riportare alle urne sul web oltre la metà degli 89mila iscritti, in un clima intossicato dalla minoranza grillina, che protesta da settimane anche per il taglio di oltre 70mila iscritti (ufficialmente perché inattivi). Per questo ieri Toninelli ha esortato i filo-grillini a non disicriversi per protesta dopo la prima votazione. Spera nella rivincita, sulla spinta delle polemiche, e magari nel calo di attenzione della base contiana. Perché l’ultima battaglia di Grillo e dei suoi si giocherà sul filo dei numeri.

Mentre sempre Toninelli ha rilanciato le voci – forti già domenica sera, come scriveva oggi il Fatto – di un’azione legale del fondatore per contestare all’ex premier l’uso del simbolo del Movimento. E sarebbe lo scontro a colpi di carte bollate. Anche se nei 5Stelle restano scettici sul fatto che il garante possa portare lo scontro con Conte in tribunale. Un processo civile costerebbe molto, forse troppo al Grillo che già nelle settimane scorse aveva ventilato di muoversi per vie legali, ma solo sostenendo una causa con una raccolfa fondi, da lanciare sul wb. La certezza è che la sua sfida rusticana con l’ex premier non è ancora conclusa.

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