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“Michele Scarponi è stato ucciso una seconda volta”. L’indignazione del fratello per le parole di Vittorio Feltri: “Lo denunciamo”

Marco Scarponi stava ricordando il 45esimo compleanno del campione di ciclismo
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La recente dichiarazione di Vittorio Feltri, “i ciclisti mi piacciono solo quando vengono investiti, pronunciata durante un convegno a Milano, ha scatenato un’ondata di indignazione in tutta Italia. Tra i più colpiti, la famiglia di Michele Scarponi, il campione di ciclismo tragicamente morto nel 2017, investito da un furgone durante un allenamento. Proprio mentre il direttore editoriale de Il Giornale e consigliere regionale di Fratelli d’Italia pronunciava quelle parole, a Jesi i familiari e gli amici di Scarponi erano riuniti per ricordare quello che sarebbe stato il suo 45esimo compleanno. “Quelle parole ci hanno rovinato la giornata”, ha dichiarato Marco Scarponi, fratello di Michele e segretario della Fondazione che porta il nome dell’atleta. “A pronunciarle è stato un uomo con una carica istituzionale, un giornalista che dovrebbe sapere quanto le parole possano essere pesanti come pietre. È stato come se Michele fosse stato ucciso una seconda volta“.

In un paese dove solo nel 2023 sono morti 212 ciclisti, di cui 39 in Lombardia, le parole di Feltri pesano come un macigno. E per questo Marco Scarponi, in due interviste a Fanpage e al Corriere del Veneto, ha annunciato una denuncia: “Ora basta. Lo dobbiamo a Michele e alle centinaia di persone che, come lui, perdono la vita sulle strade italiane ogni anno”. Il pensiero è andato anche a Davide Rebellin, travolto e ucciso nel 2022 da un camionista a Montebello Vicentino. La Fondazione Michele Scarponi, impegnata nel promuovere la sicurezza stradale e il rispetto reciproco tra utenti della strada, ha reagito duramente alle parole di Feltri, avviando le pratiche legali per denunciarlo. “Quelle parole – ha proseguito Marco Scarponi – sono un’evidente istigazione a delinquere e arrecano danni gravissimi alle associazioni che come la nostra si battono per diffondere una cultura del rispetto sulle strade”.

Feltri, in seguito alla bufera mediatica, ha cercato di giustificare la sua uscita definendola “una battuta“. Ma per i familiari delle vittime e per Marco Scarponi questa giustificazione non basta: “Non si rende conto della gravità di ciò che ha detto”, ha commentato ancora, “la sua frase è stata come una ruspa che passa sopra il nostro lavoro quotidiano, negando il valore di ciò che facciamo”. Anche Valentina Borgogni, presidente dell’Associazione Gabriele Borgogni, che si batte per la sicurezza stradale, ha annunciato di voler querelare Feltri. “Non riesco a credere che un uomo, per giunta padre di quattro figli, possa pronunciare simili idiozie“, ha affermato Borgogni. “Chi ha perso un figlio in un incidente sa bene che quel dolore è insopportabile, non si può augurare a nessuno, nemmeno a chi ha detto cose così insensibili“.

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